Volontà - anno XVII - n.11 - novembre 1964

fluenza dove l'ebbe. O, quanto meno, risulterà difficile, se non impossibile, dc• terminare dove le moltitudini non hanno accusato il detto urto e dove abbiamo perduto influenza. Dicendo « una 1>arle » ho voluto precisare che in molti paesi del mondo non avemmo alcuna influenza e quindi non si ebbe alcun urto. Le moltitudini alle quali si riferisce il quesito ~ almeno secondo la mia interpretazione - sono i paesi eh.; il Capitalismo chiama sottosviluppati. Sono moltitudini incolte, povere ed affamate. Purtroppo i paesi sottosviluppati sono più numerosi degli altri. Orbene, l'ignoranza, la miseria e la fame non co..,ti· lUiscono il campo adatto per la germinazione del seme anarchico. L'uomo che sente pressante l'unghiata della fame quotidiana, raramente potrà prospettar(,i un obiettivo e, di conseguenza, anche una causa che genera il suo stato mise• rabile contro la quale loltare coscicntemenw per sopprimerla; ma il fallo rl~c l'uomo la sopporti sema rihellar~i, lungo il corso degli anni o lo fa degenerare non solo moralmente cd intellettualmente, ma anche fisicamente sino a fargli perdere la nozione della sua dignità. Il suo unico ideale, se così può chiamar:>i, è quello di riempire lo stomaco e, per riempirlo, è capace di commettere le maggiori indegnità, come quello di vendere il suo compagno di sfortuna met– tendosi anche al servizio dei suoi affamatori. on ci siamo stancati di ri1>etcrc e di dimostrare che il determinismo economico di Marx è una mcnzogn;;i. grossolana. La necessità dello stomaco (n ciò si riduce, infatti. la «geniale» teoria depurata d::i.tutto il ciarptune pseudo– scientifico) non è il motore del progresso Gli uomini non Si rivoltarono mai contro i tiranni perchè il ioro stomaco C'ra vuoto, ma per un imperativo ine• luttabile di giustizia e di libertà che alberga in una mLnte sana. Nell'affamato cronico il raziocinio è addormcntato. Tn esso non c'è sentimento di giustizia, nè di libertà, nè di dignità, nè, frequentemente, istinto di conservazione. Cii) è provato dal fallo che nelle cillà delle nazioni arrc1ra1e in cui la fame è endemica, muoiono continuamente e con rassegnazione i miserabili malgrado che ammassi di viveri si trovino a portata delle loro mani nei negozi e nei mercati. L'anarchico vuole che ruomo pem,i con la propria testa ed agisca spontaneamenle; egli dà la sua solidarietà per emanciparsi insieme al suo simile. Ma ciò non è compreso da una mente atrofiuata dalla fame cd è come predicare nel deserto. Jn generale, sia nei paesi con le moltitudini affamate quanto in quelli con le moltitudini che« usano la bocca» tre o quattro volte al giorno, dopo l'ultima - •ultima» - guerra, si è avuto un fallimenro dei valori morali, oltre aù apostasie e tentennamenti che hanno sconcertato gli uomini di maggior talento. 1n realtà, questo fallimento, ed il resto, sono la prova provata del fiasco di tutti i regimi politici che si muovono entro il sistema capitalistico ed autoritario ed il sistema dualistico Srato-Capitale, sperimentato, con risultati funesti, nella Russia. E' per ciò che molti uomini colti, un tempo indifferenti verso l'anarchi• smo, attualmente s'interessano di noi. In questo naufragio dei valori morali, l'unico a salvarsi è stato l'anarchismo, che ha così confermato la nostra ragion d'essere. I pronostici dell'anarchismo sono stati confermati dall'esperienza. Le ~ue teorie più che mai prendono vigore. · 619

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