Volontà - anno XVII - n.10 - ottobre 1964
QUINTO . Di fronle ali.- psicologia generale del 1>01>011 e dei J>Olcri che Il governano, quale attitudine dovrebbe adottare l'anarchismo per accelerare la reallzzazJonc dei suoi obieltil'i? lnnanzilutto, bisogna 1ener conto del fatto che un movimento può subire delle alterne fortune e, alla fine, ~comparire od irrompere con nuova energia. E' di questa ullima ipotesi che ci dobbiamo interessare. Se non perdiamo tempo, venti o trent'anni saranno poca cosa. TI problema della psicologia elci popoli contiene forse piì.1diOìcoltà di quanto non si pensi. Ciò perchè non è solamente lo spirito gregario o rinnovatore, li– bertario o sottomesso quello che si pone in mostra all'osservawre della nostra epoca ma è un nuovo fattore al quale mi riferii citando alcuni problemi degli Stati Uniti nella risposta al terzo quesito. Attualmenle corriamo il pericolo che i 9opoli, meglio i popoli che amano la libertà o parte di quelli che l'amano ancora, la ignorino o la disdegnino. L'aumentato benessere materiale può condurre a questa te1Tibile conseguenza. Or non è molto tempo, le conquiste economiche, che significano libertà econo– mica. cioè possibilità cli godimenti economici, implicavano la libertà politica e sociale. Allora la lotta per oltenerc il diritto ad esprimere il proprio pensiero, ad organizzarsi, a propagare le proprie idee, a criticare il regime esistente, il governo, il parlamento, i partiti, la strullura sociale, cd a preconizzare altre forme di organizzazione politica o sociale, era strumento indispensabile di con– quiste materiali. Più esattamente, queste conquistf' portale ad un certo livello implicavano la rivoluzione sociale. Ma oggi, cosa imprevedibile cinqu:rnt'anni addietro, l'aumento della produt• tivilà - e, quindi, della produzione - dovuto al perfezionarsi della tecnica, consente di ottenere maggiori beni di consumo dei quali beneficia l'insieme degli abitanti delle nazioni, sicchè una parte sempre crescente cli popolazione che uti– lizza questo progrcs5o materiale si clh,interc~sa sempre più del problema della li– bertà politica. Soltanto si vuole godere degli alimenti pili abbondanti, delle a– bitazioni bene ammobiliate o provviste cli apparecchiature domestiche moderne, soprattutto clcll'automobile, delle ferie pagate, di tutlo ciò che era un tempo privilegio elci ricchi e che atlualmente, con una certa rapidità, giunge ad essere abituale soddisfacimento dei salariati. Tn simili condizioni, la libertà politica interessa poco. Può anche imperver– sare una dittatura, poco imporla se essa mantiene i godimenli materiali ususali. D'altra parte, ho già detto ciò che pensavo circa l'attcr,giamento di adesio– ne - non sempre entusiastica - dei popoli verso i governi. Non già che sia loro gradito essere oppressi, nè che siano, in gcnernlc, schiavi volontari: semplice– mente non concepiscono una società senza governo ( e ripeto che non siamo riusciti a dimostrar loro che era po'isibile). Per modo che, anche quando pre– ferirebhero fare a meno del funzionario sta1ale e dcll'esallorc delle imposte, li sopportano come un male inevitabile. · Esistono anche casi in r.ui rispclt3no, od amano, oppure adorano i loro pa– droni. Ciò dipende da circostanze v.\rie, in quanto lo spirito di 'iOtlomissione 561
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