Volontà - anno XVII - n.8-9 - agosto-settembre 1964
rono di partecipare alla guerra, sia pure in maniera indircua, fabbricando armi. ad esempio. Con questa stessa intenzione, la signora KrÙyt Hogerzeil ed io abbiamo fatto propaganda nei Paesi Bassi per il rigetlo di ogni lavoro nocivo e nefasto. Idee analoghe furono sviluppate in Germania dal sindacalista rivo– luzionario Rudolf Rocker, il quale incitò, nel 1920, i lavoratori delle fabbriche metallurgiche, a rifiutarsi di produrre ogni materiale destinato alla carneficina. Or sono dieci anni, provai che un concelto analogo era stato sviluppato verso il 1900 da Max Nettlau, a Londra, in una conferenza sulla responsabilità e sulla solidarietà nella lotta di classe. Idee simili costituiscono la base ·dello Ufficio Internazionale Antimilitarista (Olanda) e si diffondono sempre più in seno alla « War Resisters International » ed alla Associazione Internazionale dei Lavora. tori ... Questo stesso pensiero di responsabilità (u il motivo centrale della mia proposta fatta nella Conferenza contro la guerra col gas, a Francoforte, nel 1929. Occorre che tulli gli intellettuali rifiutino di partecipare "alla guerra ed alla preparazione tecnica, intellettuale o morale di essa, che si riuniscano ed entrino alfine in scena, per influire sull'opinione pubblica internazionale e per collaborare con tutte le organizzazioni pacifiste, radicali ed antimilitariste degne di fiducia. Queste ultime si federano oggi, sempre più, nel Joint Peace Concil, non solo con lo scopo di combattere la guerra, ma anche con quello di risve. gliare questo spirito sociale nuovo, dal quale soltanto può nascere un vero rin– novamento della socie1à. Sono molto compiaciuto nel constatare che la mia proposta di Francofone ha trovato l'adesione di diversi uomini e donne appartenenti alle scienze, alle lettere ed alle ani, in Europa, in America ed anche in Asia, e che con tutta probabilità, fra non molto, dovremo organizzare anche su questo terreno una lotta sistematica contro la guerra e la sua preparazione, per la pace e la li– bertà universali. - Possiamo appoggiarci unicamente sugli intelleuuali, in questa lotta che deve essere decisiva? Dobbiamo contare ugualmente sull'appoggio delle Interna. zionali operaie, o, più esauamente sul rifiuto cosciente dell'operaio di lavoro.re nelle industrie della morte ... - La lotta contro la guerra è, per me, soltanto uno dei fattori, sia pure dei più elementari, della lotta maggiore, universale, per stabilire una società senza oppressione e senza sfruttamento. Questa lotta dev'essere sostenuta in primo luogo dagli operai dell'industria e nella campagna. Non dimentichiamo, però, che in questa lotta, gli intellettuali debbono disimpegnare un compito ab– bastanza importante. Ne!la società altuale b percentuale degli intellettuali è in continuo aumento ed il loro apporto non è stato soltanto importante per la edificazione del capitalismo, bensì anche per la fondazione del socialismo mo– derno. Or sono vent'anni, richiamai l'attenzione sul fatto che quasi tutti i grandi teorici del socialismo sono stati degli intellettuali provenienti dalle classi bor– ghesi ed anche aristocratiche (Bakunin, Kropotkin) e che, dal· punto di vista pratico, la loro collaborazione è indispensabile per la creazione dì una società 535
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