Volontà - anno XVII - n.8-9 - agosto-settembre 1964

Nè Marx, n~ i Mioi discepoli stimolarono l'uomo sfruttalo a conquistare la libertà ed a ri\endicare i suoi diritti conculcati. Forse è per ques1a ragion\!, per il lento rbvcglio del prolewriato, che la situazione del mondo moderno prc!,enta le stCs!,C lacerazioni che esistevano nel 1864, all'epoca della fondazione clcll'Tnternazionale. I governi cosiddetti socialisti o affini. sorti da coalizioni politiche o in seguito a risult. :i.ti elettorali, intanto consumarono uomini cd idee in ruoli penosi che, oltre all'insuccesso, arrec:irono ro,iine ::i.Ilarivoluzione sociale. I marxisti, assai meno idealisti del maestro, abbandonarono come lettera morta la rivoluzione e seguirono l'ordinamento dottrinario nella !,ua fredda articola– zione, priva di vita e di movimento, mettendo in frigorifero le aspirazioni di liberazione che animarono il grande pensatore. La scienza moderna possiede gli elementi catalizzatori necessari per ristruL ltira,·c la società futura. Fu. comunque, dalla voce cli quegli uomini che sembrò sorgere un nuovo albeggiare del socialismo. In lutti i campi del pen!,iero vennero apportate delle idee che miravano allo stesso scopa: la libertà altra– verso la fraternità. Queste aspirazioni furono presenti nel seno della Prima In– ternazionale sino al 1876, durarono cioè dodici anni e percorsero il mondo in– tero, in buona compagnia di socialisti, di repubblicani e di liberi pensatori: ern– no filosofi rivoluzionari di tulle le tendenze, refrnllari al potere coperti dalla bandiera dell'lnternazionale. I portatori della buona novella venivano da diversi punti dell'Europa: erano rappresentanti della Polonia, dell'Italia, della Francia, clcll'Tnghilterra e di quei paesi in cui esisteva volontà di lavoro comune. i quali dibattevano problemi generali allo scopo di spazzar via dal mondo l'ingiustizia e di porsi sulla linea avanzata del progresso; erano combattenti contro i poteri dinastici e dittatoriali di un'Europa che non voleva scuotere il giogo medievale; era l'alleanza della li– bertà che si manifestava attraverso le fratellanze. I socialisl i rivoluzionari russi e polacchi, che avevano in Hcrzen uno dei maggiori esponenti, si consideravano i socialisti auten1ici per la serie di conce– zioni tutte dirette verso l'uguaglianza umana. Bakunin e gli anarchici, tanto vicini a quel socialismo antiparlamentare ed antiminìsteriale, formavano una corrente piì.1ristretta, come quella dei seguaci cli Proudhon e di Stirner, sostenendo che • mentre l'uomo lavora per vivere, e lavora liberamente, la giuslizia sarà la con– dizione della fralcllanza e la base dcll'assoclaz.ione ». L'uomo cosciente deve prender parte alle altrui infelicità e deve porvi rime– dio; così come è suo dovere riorganizzare il lavoro, :il quale nessuno può esclu– dersi, per indirizzarlo nel senso del minore sforzo e del maggiore prodolto col– lettivo, per liberarlo cd affrancarlo clalla biblica condizione di pena, per aflidarlo giustamente, a seconda delle possibili!à t:: necessità di ciascuno. TI lavoro è la fonte della ricchezza e il principio del valore. Alla divisione del lavoro, secondo le tesi di Adam Smilh e di J. B. Say, veniva opposta la socializzazione a mezzo della comunità secondo l'interpretazicnc cti Kant e di Fichte. Blanqui e Passy si erano opposti ad una ristruuurazionc formale d<;:ibeni sociali così come lo 468

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