Volontà - anno XVII - n.7 - luglio 1964
tclli operai inglesi ai loro fratelli francesi. Questo proclama è pervenuto a noi, grazie ai frammenti che uno dei delegati, M. Murat, citò nel 1868 e nel 1870 in occasione dei processi penali intentati dalla giustizia elci Tribunali della Senna. Eccolo, ricostruito nei suoi frammenti: e Noi, operai inglesi, approfittiamo con piacere dell'occasione della vostra presenza a Londra, per tendervi fraternamente la mano, e vi diciamo con tutto il cuore: siate i benvenuti. e Durante i secoli d'ignoranza e d·oscurantismo non abbiamo saputo che odiarci; era H regno della forza bruta. Attualmente, sotto l'egida della scienza civilizzatrice, noi ci ritroviamo come "en/ants du travail"; è giunto il regno della forza morale. e Benchè l'avvenire sembra che ci prometta il soddisfacimento dei nostri diritti e delle nostre sperllnze, noi non dobbiamo nasconderci elle perverremc ad esso attraverso lotte pro_ticue: l"egoismo rende troppo spesso oli uomini cie· chi verso i loro veri interessi e produce lo /rottura e l'odio là dove dovrebbe invece esservi amore e solidarietà. e Allo stesso modo irt cui i 11ostridissensi nazionalist1Ci sono stati rovinosi per le rispettive patrie, le nostre divisioni sociali saranno fatali a quanti la co11corre,1za trarrà contro i propri fratelli. e Sillo a quando vi saranno dei r>adroni e degli operai, silio a quando vi sarà concorrenza tra i padroni e dispute tra i salariati, l'unione dei lavoratori sarà il solo mezzo di salvezza.. e La concordia tra noi e i nostri padroni è il solo mezzo per ridurre le diffi– coltà dalle quali siamo circondati. li perfezionamento delle macchine, elle vedia– mo moltiplicarsi in ogni doi;e, e la produzione gigantesca che è la conseguenzn delJ'applicazìone della macchina Il vapore e dell'elettricità, vengorio a mutare giorno per giorno le condizior1i della società. C'è da risolvere u,1 grande pro– blema, quello dello rimunerazio11e del lavoro. A misura che la Potenza delle macchine aumenta, clovrà esserci meno necessità di energia uma,ia, Che cosa avverrà di coloro che sono se11za lavoro? Dovranno restare improduttivi e come elementi di concorrenza? Si lasceranno morire di fame o verranno nutriti a spese di coloro che la.?.1orano? e Non pretendiamo di risolvere <11testinterrogativi, ma noi diciamo che essi debbono essere risolti, ed a qc:.1est() scopo non è troppo chiedere il concorso di tutti: dei filosofi, degli statisti. degli storiografi, dei padroni e degli operai di tutti i paesi. E' dovere di ogni uomo prender parte a. questo lavoro. e Sono stati proposti molti sistemi per la soluzione di questo problema: i più so110stati dei magnifici sogni. ma la prova che la verità non è stata provato ci è data dal fatto che noi ancora la cerchiamo. <: Riteniamo che sca111bio11do i nostri pensieri e le nostre osservazioni con gli operai di diversa nazionalità, arriveremo più presto o scoprire i segreti eco– nomici delle società. Ora che ci siamo stretta la mono, e che vediamo, come , uomini, come cittadini, e come operai, che abbiamo gli stessi interessi e le stesse 391
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy