Volontà - anno XVII - n.7 - luglio 1964

no stati scrupolosamente precisati, giacchè gli uomini che li pronunziavano si rivolgevano al mondo intero e sapevano che le loro parole sarebbero state sen– tite nei secoli a venire> (3). Siamo, come ben si vede, molto lontani dalle affermazioni dogmatiche di alcuni storiografi. Eliseo Reclus prosegue, aggiungendo le seguenti riflessioni piene di buon senso: « Comprendendo che "l'emancipazio11e dei lavoratori rwn si sarebbe avuta se non per opera degli stessi lat•oratori", L'Associazione internazionale faceva appello a tutte le energie di quanti lavoravano, per combattere ogni monopolio. ogni privilegio di classe, e li metteva i11 guardia contro ogni partecipazione alle passioni ed agli intrighi della poltica borghese>. Avvertimento che Eliseo Reclus fa bene a ricordare e che gli fa scrivere: e Nel suo intero contenuto, il manifeste degli operai internazoinali risuona– va sì come un grido di guerra contro tutti i governi, ma si rivolgeva anche fra~ ternamente a tutti gli uomini per i quali "la verità, la giustiza e la morale dovevano essere la linea di condotta, senza distinzione di colore, di fede e di nazionalità. Nessun dovere senza diritti. nessufl diritto senza doveri!>. Forse c'era, in questo proclama degli operai associati, un'espressione in più, cioè la parola "fede", giacchè l'uomo che crede ad un potere soprannaturale e si ade– gua supinamente agli ordini che egli pensa che provengano dal cielo, non può avere alcuna comprensione della libertà e, conseguentemente, no,I apparterrà mai ad una associazione di compagni che rivendicano i loro diritti conquistan– doli a viva forza>. Ecco che cosa si può scri,•cre onesramcnle sull'lnternaz.ionale. Per Eliseo Reclus, la • Internazionale• è il prodotto stesso della civiltà contemporanea. Lungi dal farne un'opera cli partito, egli ne scopre le origini nella vita stessa, nell'evoluzione meccanica ciel mondo e dà ad essa delle basi storiche reali. Lewis L. Lorwin, nella sua opera Labor and lntcmationalism, sviluppa lo stesso pensiero. Infatti nel capitolo, intitolato: Il fermento delle idee dal 1830 al 1848, così sì esprime: e La nozione dell'esistenza d'un comune legame tra le classi lavoratrici dei differenti pa.esi nacque, benché sotto forma ancora irnlecisa, nell'Europa occi– dentale ed iri America negli anni tra il 1830e il 1840 >. Egli si riallaccia alla tesi dell'autore di L'Hommc et la Terre quando scrive che quel fermento d'idee « aveva accom1rngnato, mezzo secolo avanti, le rivo- (3) Cap. XX, tomo V, pag. 229. 389

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