Volontà - anno XVII - n.7 - luglio 1964

determinato governo ha o meno il diritto di invocare l'approvazione suprema. Il riferimento all'aulorità patriarcale è di poco valore, giacchè difficilmente può reperirsi un legittimo ercdC"di essa. Se crediamo che la giustizia e l'utilità sono prove dell'assenso divino, non abbiamo molto da obiettare; ma nulla si guada– gnerebbe, d'allra parte, con tale ipotesi, giacchè anche coloro i quali non invo– cano il diritto divino sono d'accordo che un governo, il quale agisce secondo i precetti di giustizia e di utilità, è un governo legittimo. La terza ipotesi richiede da parte nostra una maggiore attenzione. Se qual– che errore dovesse comunque insinuarsi nella dottrina del contratto sociale, sarebbe di sommo interesse scoprirlo. Nulla può essere più importante del se– parare l'errore cd il pregiudizio dalla ragione e dalla verità in un argomento sano, giacchè quan<lo gli uni e le altre sono stati confusi, la causa della verità ha dovuto necessariamente ri~ullare perditricc. Al contrario, l'argomento, lungi dall'essere pregiudicato dalla dissoluzione di una alleanza contronatura, acqui– sterà efficacia e chiarezza. CAP. SECONDO · IL CONTRATTO SOCIALE La dottrina del contratlo sociale ci pone preliminarmente di fronte a di– verse e difficili questioni. Quale sono le parti contraenLi? I contraenti si obbli– gano essi stessi oppure impegnano anche .:tltri? Per quanto tempo hanno vigore 1e clausole contrauuali? Se per la validità del contr.:itto è richiesto il consenso dei singoli, come si manifesterà detto consenso? TI consenso dovrà essere tacito od espresso? La causa della giustizia e della uguaglianza avrebbe guadagnalo molto poco se i nostri antenati, scegliendo la forma di governo da loro preferita, avessero contemporaneamente impegnato l'indipendenza e la libertà di scelta dei loro discendenti sino alla consumazione dei secoli. Ma supponendo che il contratto debba essere rinnovato di generazione in generazione, quali periodi si fisseranno al riguardo? Se io sono obbligato verso il governo già istituito sino al momento in cui giungerà il mio turno per intervenire nella sua costituzione, su quali principi si basa la mia obbligazione? Sul contrailo che accettò mio padre an– cora prima che io nascessi? Inoltre c'è da chiedersi: qual è la n<:tura del consenso in base al quale sono obbligato a considerarmi suddito di un determinato governo? General– mente viene affermato che basta la tacita acquiescenza e questa deriva dal fatto che vivo tranquillo sotto la protezione delle leggi. Se questa affermazione corrispondesse a verità, allora ogni scienza politica sarebbe inutile, così come ogni differenziazione tra una buona o cattiva forma di governo, anche quando si trattasse di un sistema governaLivo ideato dal più vile lestofante. Secondo la cennata affermazione, qualsiasi governo, sopportato passivamente dai sudditi, sarebbe un governo legillimo, dalla tirannia di Caligola sino all'usurpazione di Cromwell. L'acquiscenza non è generalmente nient'altro che la scelta, da parte del singolo, di ciò che viene considerato un male minore. In molti casi non è 424

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