Volontà - anno XVII - n.7 - luglio 1964

hanno equivalenti nella sloria, l'anarchismo (a parte Herbert Read e Rockcr od altre individualità meno note, ma comunque molto poche di fronte al comples– so dei movimenti politici, intellettuali' e sociali esistenti) abbia apportato degli elementi capaci di interessare e di influenzare gli uomini di cultura che rap– presentano o studiano « il pensiero allualc ». Ammetto che ciò non avviene soltanto per l'anarchismo. Il socialismo tra– dizionale neppure ha saputo rinnovarsi ed ancor meno il sindacalismo dottri– nale, il che spiega bene come sia meno sentito dello stesso anarchismo. Ma le manchevolezze delle altre correnti non costituiscono una giustificazione per la nostra. Siamo prigionieri dell'abitudine la quale comporta che non solo il pensiero non si rinnovi, ma che lo stile stesso della nostra propaganda sia improntato al passato, al finito. Così è una realtà che la Chiesa cattohca, con riguardo a molti problemi, stia rinnovandosi sia in seno alla base militante e sia in seno alle atte gerar– chie. In essa due diverse correnti si scontrano tra di loro, l'una lottando per il rinnovamento del contenuto sociale del cristianesimo, l'altra per il mante– nimento delle tradizioni del cattolicesimo. Chi segue, anche poco, l'evoluzione della prima di queste due tendenze, si rende perfettamente conto che non è possibile parlare di essa come d~l cattolicesimo del secolo passato. Chi ha modo di stare a contatto con militanti di questa prima corrente si accorge che essi sono pervenuti a conclusioni ardite su numerosi problemi e non sono molto distanti da noi. ln realtà, viviamo nel scco!o del socialismo - qualunque siano le sue interpi:etazioni - cd esso ha permeato il cattolicesimo come le altre religioni. Certamente può ben essere un artifìzio di Roma per attrarre le masse; ma affermarlo al cento per cento e vedere le cose sotto questa sola prospettiva significa semplicizzarle e in maniera troppo comoda. E' indubbio che il pen– siero umano si evolva e che a!'lche i cattolici sono parte dell'umanità: cosa che spesso dimentichiamo quando ci occupiamo di essi. Così come dimentichiamo che le scoperte scientifiche, figlie del relativismo scientifico e filosofico, rendono insunìcienti le nostre classiche argomentazioni sulla inesistenza di Dio. Ammetto esplicitamente che nella Chiesa cattolica possano esistere - ed esistono senza alcun dubbio - d~lle tendenze che desiderano un ritorno rul passato. Ed ancora: ammeuo che - tenendo conto dei mutamenti spirituali dei cambiamenti cioè ai quali si assiste studiando la storia - buona parte dell'umanità potrà, tra uno, due o tre secoli, pervenire ad una credenza oc– culta, giacchè i flussi e riflussi delle generazioni sfuggono ad ogni razionali– smo. Ma si dà il caso che, per una parte dell'Europa, il numero dei cattoìici tende ad aumentare, e per un'altra parte, la maggioranza dei credentì ormai si burla di un Dio che ha creato il mondo in sei giorni, delle fiamme delR'in– fcrno e preferisce non pensare alla verginità di Maria. ]noltre gli stessi dotti cattolici non sono perplessi nel contraddir~ l'interpretazione della formazione del mondo o della specie umana. Dei paleontologi come l'abate Breuil ammet- 414

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