Volontà - anno XVII - n.7 - luglio 1964

ventiquattro ore di lotta esasperata, i lavoratori furono baltuti; vi furnno ol– tre 200 feriti e 98 arresti di noti anti• salazaristi. Da quanto esposto si deduce, che 1 tiranni si fanno retrocedere solamente con la lotta. TI I. maggio del 1963, i lavoratori irruppero nuovamente nelle strade, ma pochi minuti dopo si ebbe l'intervento della polizia che uccise un altro tipografo, Agostino Fineza ed an. che Lucila Costa L·wreço. Tutlavia le manifestazioni continuarono sia ad O– porto che a Lisbona e si è certi che mai la P.l.D.E. potrà porre fine alle azioni massicce che, di giorno in gior• no, guadagnano nuovi adepti. Altualmente si è giunti al colmo a causa dell'Angola, cd il dittatore sta riaprendo il tristemente celebre cam• po di concentramento di Tarrafal. Dal 1957, quel mallatoio umano non ave• va prigionieri, grazie, in gran parte, ad un movimento internazionale che lot– tò perchè Taffaral scomparisse. Que• sta odierna riapertura del «campo del– la morte lenta» ci obbliga a porre in rilievo parte della tragica nomea di Taffaral, quella del primo «annivcr• sario». li Decreto-legge n. 26595 legalizzò il campo di concentramento di Taffaral, nell'isola di Santiago dell'arcipelago di Capo Verde, che ricevette i primi pri– gionieri il 29 ottobre del 1936. La su• perfide del campo è di 8.000 metri quadrati, circondato da una spessa re– te di filo dalla punta insidiosissima e da un fosso per impedire le fughe e per alimentare le zanzare. Il 20 settembre 1937 muore il primo martire, il giovane anarchico Pedro Matos Fclipc, da seguito Francisco JQ. sé Pereira entrambi vittime di una dissenteria causala dall'alimenlazione 412 deficiente e dall'acqua infotla. Aggiun. gansi poi il trattamento inumano e ,a assoluta mancanza di medicine e di qualsiasi assistenza medica. Il 23 dello stesso mese morirono Au– gusto Costa, Francisco Augusto Quin– tas, Rafael Tobias Pinto da Silva. Cau. se della loro morte: esaurimento fj. sico, mancanza di alimenti, di cure mediche e medicinali. li 29 ottobre 1937, viene commemo– rato il primo anniversario della [on• dazione di Tarrafal con la morte del– l'anarchico Abilio Augusto Belchior. Causa: febbre perniciosa e nessuna cura medica. Gli anniversari che si succedettero apportarono, ognuno di essi, la morte di numerosi antifascisti. Ma numerosissimi furono i morti, benchè le vittime esalassero l'ultimo respiro quando erano state poste già in libertà; fu il caso del professor Alberto Emilio de Araujo, di José Ro– driguez Rcboredo, di José dc Almeida e di tanti altri. Poi quando credemmo che Taffaral fosse divenuto un triste ricordo del passato che più nulla a– vesse a vedere col presente, ecco che sentiamo nuovamente la paurosa no• tizia che questo mattatoio di antifa• scisti è di nuovo riaperto per accoglie• re l'agonia di molli angolesi e di molti antifascisti portoghesi. E' un dovere della coscienza univer– sale protestare contro la riapertura del campo della morte lenta di Taffaral e condannare i suoi propugnatori: il dittatore Olivicra Salazar e il diret– tore della Ghestapo, il maggiore Silva Pais, ex•dirigentc della polizia di Santa Marta. (continua) EDGAR RODRIGUES

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