Volontà - anno XVII - n.7 - luglio 1964

sfa110la sete di notizie sensazionali dei giornali della sera, A Bagheria, la gente dice che il consorzio d'irrigazione, nelle mani dei mafiosi, è d'accordo con la Società Generale di Elettricità per imporre delle tariffe, le più alle possibile, pili elevate talvolta che quelle pagate dai cittadini di Palermo per l'acqua potabile che esce dai loro rubinet. ti! E' chiaro dunque l'interesse che ci sarebbe a fare dell'irrigazione un servizio pubblico,._ L'equivalente esiste al di là dello stretto di Messina. Leggiamo in una inchiesta apparsa su « li Gazzetlino del Jonio,. di Siderno nell'ottobre 1962: "1n tutte le zone agrumarie della Calabria, i proprietari e gli esportatori di agrumi che acquistano a forfait i frutti sugli alberi sono costretti ad eleggere al ruolo di guardiani gli ele– menti mafiosi più in vista, poiché solo tale scelta può garantirli dai furti e dalle ritorsioni dcli' "onorata società"». Una voce, quetfa della ma{la, che non figurerà mai nei libri-mastri, ma elle incide fortemente su; «costi•, più che la mano d'opera. E la nefasta influenza della cosidetta "mafia de giardini" contirii1a oltre il pro-– d11ttore, attraverso i grossisti in agrumi (gli stessi in fondo che commerciano pom'>– <lori,patate novelle e verdure primaticcie). La. Rochefort scrive ancora: « Uno degli aspetti più caratteristici del grande commercio siciliano è rappre. sentato dai mercanti di agrumi. Nel 1958, 3.855.000 quintali destinati al continente italiano e 3.382.000 quintali destinati all'estero passarono nelle loro mani cd i benefici della vendita, largamente, nelle loro tasche ... La Sicilia ignora del resto i depositi frigoriferi; è Milano che consen•a nei suoi refrigeratori giganti le arancic siciliane che rivende nel pieno dell'estate! ... Ii numero delle cooperative agricole che rischiano di commerciare esse stes,;e i loro agmmi è ridottissimo. Generalmente il produttore è dunque piì1 o meno la vittima del mercante. Lo è soprattutto nella Sicilia occidentale dove le pressioni della mafia obbligano ancora talvolta a vendere in anticipo la raccolta sull'albero, a colpo, come si dice, a un prezzo a forfait disastroso ma che, solo, permette di essere proietti dal furto e dalla vendetta. Per quanto riguarda i corsi della vendita all'ingrosso, in ogni grande centro, Messina, Catania, Palermo. ci sono sempre uno o due esportatori che godono di una specie di monopolio di fatto e impongono le loro tariffe, essendo nello stesso tempo grossi produttori e grossi commercianti. Cominciano con il comprare relativamente care delle piccole quantità ai medi produttori, per far montare i prezzi, poi smercia– no i loro propri agrumi e lasciano in seguito precipitare i corsi ... In Sicilia occidentale si ritrova una volta ancora la mafia nel commercio delle verdure primaticcie, sia a Menfi, dove essa fa dei brutti scherzi agli speditori di legumi che non sono passati dal suo intermediario, sia nel suo bastione palermitano del mercato ortofrutticolo dove le ribellioni sono punite a colpi di lupara e dove venti a trenta commissionari fanno la legge, la sera, al mercato all'ingrosso di Villa– bate in periferia e, la mattina, al mercato stesso di Palermo. Come, senza appoggio, il piccolo contadino troverebbe il coraggio, con la sua ean·etta di pomodori e di cipolle. i suoi panieri di arance, di sfidare tali potenze, mentre la stessa municipalità e la maggior parte dei politicanti sembrano star zitti e lasciar fare?•· 403

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