Volontà - anno XVII - n.6 - giugno 1964

raccogliersi per preparare gli spiriti alla fraternità di azione. Del resto una tal(' agitazione si prestava alla campagna antimilitarista - e lo notino bene coloro i quali si sono più tardi meravigliati che dal più o meno sconnesso fronte unico del dopo guerra fossero tenuti lontani gli clementi che si erano arruolati nella politica militante dell'interventismo - essa serviva anche a differenziare il blocco dei sovversivi antilibici dalle ballerine che erano state qual piuma al vento davanti al Banco di Roma. T repubblicani che non erano appartenuti a questi ultimi appartennero naturalmente alla libera intesa rivo– luzionaria e non si mostrarono meno intransigenti di noi e dei socialisti nei confronti delle ballerine suddette. Mutare attitudini di fronte alla guerra mondiale era inevitabile, era neces– sario, e avrebbe dovuto essere prevedibile (e quindi anche per questa previ– sione entrare come cimento del pro e del contro nella politica dell'intervento) che il proletariato prendesse le sue precauzioni e avesse le sue diffidenze e gli altri fossero stati vincolati. e guastati dai loro compromessi e dalle loro alleanze belliche. Ma passiamo oltre. La campagna pro Masetti prese in breve tempo una ampiezza imprevista. Furono mesi di attività e preparazione intensa. L'Avanti! aderì all'agitazione e vi dedicava una rubrica quotidiana speciale. L'U.S.T. la sccondava energica– mente cd al suo Congresso Nazionale di Mikmo (dicembr~ 1913) vi furono momenti di intcns.:1 commozione quando nella seduta inaugurale si inneggiò al soldato ribelle ed ni nomi più cari al proletariato rivoluzionario. Ricordo che un evviva a Bresci, credo gridato d,, Filippo Corridoni, fece scattare in piedi il Congresso, che per alcuni minuti plaudì fra gli evviva ripetuti. Giolitti capiva la piega che prendevano le cose e faceva votare dal suo parlamento il suffragio universale. L'agitazione pro Masetti si preparò frammentaria, ma intensa in tutta Italia. Si può dire che non vi fu localilà dove non sorgesse all'uopo un Comitato che riuniva tutte le forze locali sovversive. Si tennero su questo argomento mi• gliaia di comizi in comune fra tulli i partiti e per iniziativa, sovente, delle organizzazioni operaie dell'U.S.I. Trovare uno sbocco vittorioso, tirare le som– me di tutta questa attività frammentaria, ecco quello che ci voleva e fu in un comizio tenutosi ad Ancona il 9 maggio del 1914 che questa necessità venne affacciata, non importa se dal sottoscritto. Il comizio approvò una proposta Pellizza in questo senso: nella prim:. domenica di giugno, destinata nelle sfere ufficiali alla commemorazione della ... concessione dello Statuto albertino, orga• nizzare in tutta Italia dei comizi e delle dimostrazioni contro il militarismo e per la libcrazfone del soldato Masetti. La proposta doveva essere comunicata agli organi centrali di tutti i partiti cd all~ organizzazioni sindacali che avevano solidarizzato coll'agitazione in parola, colla intesa che una qualsiasi repressione si fosse verificata da parte della polizia lo sciopero generale doveva essere proclamato concordemente da tutte queste forze proletarie. La proposta del comizio di Ancona venne accettata <la tutti gli organismi chiamati in causa e tutti sentivano che se il governo avesse risposto colla violenza poliziesca la 325

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