Volontà - anno XVII - n.6 - giugno 1964
l'ordine di cessazione». La direzione del partito socialista alla sua volta an• nunzia che « d'accordo con la Confederazione delibera di invilare la classe operaia a dichiarare per martedì nove giugno lo sciopero generale ». Richiesta dal sindacato ferrovieri se lo sciopero fosse stato proclomato ad oltranza, la direzione del partito così telegrafa a firma Lazzari-Morgari: Confermiamovi precedente proclamazione comunichiamovi non esistere limitazione condizio– nata. 11 Sindacato Ferroviari non esita un istante. E' l'artiglieria pesante che entra in azione. Il suo dislocamento sarà inevitabilmente pili lento; ma l'effetto sarà decisivo. La mattina del nove lo ~ciopero generale dei ferrovieri sarà pro– clamato dal Sindacato. Il regime- p3ssava un brusco quarto d'ora. Bonomi era stato servito. La preparazione rivoluzionaria che eg!i aveva considerato come la sola logica al polo opposto del suo tripolinismo e del suo governamcntali– smo, era stata compiuta e se ne vedevantJ gli effelli. Le masse erano in campo. Il governo sarebbe stato impotente a fronteggiarle da solo. Ma qualcuno ve– gliava. Era stato detto che riformismo significava economia di una rivolu– zione. Bisognava dunque, per non tradire il riformismo, agire di conseguenza. Interrogare le coulisscs parlamentari per sapere quale e quanto f-u il trame– stio di quei giorni da parte dei parlamentari riformisti, per decidere i capi confederati a mettersi attraverso il moto rivoluzionario, nel momento in cui si faceva più minaccioso, sar:ebbe uno stuzzicante argomento di curiosità sto– rica .... Fatto sta che il colpo che i ferrovieri si accingevano a dare al governo, la Confederazione lo dette ai ferrovieri e allo sciopero generale. L'ultima tazza doveva far traboccare la tinozza; ma qualcuno bucò la tinozza. I falli seguenti rimasero incontrovertibili: a Milano, dove la Confedera– zione aveva la sua sede centrale, i ferrovieri avevano ultimata la loro prepa– rnione materiale, per entrare al mercoledì dieci. Essi infatti decidevano lo sciopero generale in un loro comizio verso le ore quattordici di questo giorno. Nello stesso giorno, alle ore diciassette era già nota a Milano la deliberazione Federale di far cessare lo sciopero e ad Ancona il Sindacato Ferrovieri rice– veva alle ore diciannove, per mezzo del regio Prefeuo un telegramma così con– cepito e così datato: (6) « Urgente T.P.A.S. (Telegramma per agenzia Stefani) Segretario Confede– razione Generale Lavoro Rigola dirama circolare a tutte le Camere del Lavoro Confederale per cessazione enlro mezzanotte dello sciopero .. Stefani ». Era la pugnalata nella schiena! Nella realtà la ritirata Confederale veniva a coincidere colla entrata in (6) Mi servo per tutti questi dati dei giornali d'ogni tendenw. dell'epoca. più preciso di 1utli La Tribuna del Ferrovieri, numero 175. (]cl 26 giugno 1914, dal quale prendo questo tele– gramma. 329
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