Volontà - anno XVII - n.6 - giugno 1964
nizzato coi soldati. Ha dato loro da mangiare e da bere, ha comprato loro dei sigari, li ha applauditi, li ha invitati a non usare le armi. « Le donne hanno chiamato i soldati figli del popolo, hanno fatto collette per i figli del popolo» (3). La folla faceva insomma tutto Ql1~rnto è convenuto classificare col nome di « teppismo»! Nel ravennate un generale dell'esercito col suo seguito veniva catturato dai dimostranti. Fu il fatto più rumoroso delle rivolte romagnole. Così ne rife– riva in quei giorni il Messaggero di Roma e la versione non differisce molto da quanlo mc la raccontarono gli autori stessi della cattura, coi quali mi tro– vai, poco dopo la Settimana Rossa a passare insieme qualche mese nelle car– ceri di Bologna. « La malllna, alle sette, al Ponte Nuo~·o, che è sulla strada di Ravenna, alcune staffette del Comllato di Aglta1.lone, che m•cvano l'incarico di hn1>Cdlre il passaggio a chiunque 11011era n1unito di regolare Jlassaporlo (4), fermavano due vetture: sl trovavano in esse Il gener.ile Agllardl, comandante della brigata di Forlì; un capitano di corvella, due m;1gglorl di fanteria, un capitano di cavallerla, uno di fanteria e uno di artiglieria, i quali provenivano da Ravenna e si recava.no lungo la spiaggia che è tra Cervla e Cesenatico per sludlare un eventuale plano di sbarco. Essi era110 tulli b1 divisa e non erano scorlati da alcun drappello di cavalleria, Le starrette, :nonostante le vive pressio11I del generale Agllardl, obbllgarono ie due vetture a rl1ornare verso: Ravenna. Scnonchè alcuni conladlni presentì alla scena si recarono alla vicina fratlone di Savio per avvertire Il passaggio degli urficlall. I braccianti ed I contadini di quella fratloue cd allrt delle rra1.lo11I di Castiglione e Cervla 11011:1ppena comparvero le due vetture hanno obbligato gli ufriciall a scendere ed a rip:1rare nei locaU del 1,arllto repubblicano, previa consegna del\"' armi. Il generale Agliardi e gli ;iltrl ufficiali cntr;irono ;i p;irlamentare con l modesti operai di VIiia Savio, e pro "bono p;icls" si r;issegnarono a consegnare le armi. Verso li pomeriggio giungeva la notizia che un drn11pcllo di cavalleggeri muo,•cva da Ravenna alla volta della frazione Savio 1,er liberare gli ostaggi. Il generale Agliardl ha avuto sentore di ciò; per evitare un Incontro runcsto fra wld;11i e popolatlone, si impegnava sulla parola d'onore di andare Incontro allo squadrone per im11cdire che proseguisse verso l'abitato. L'alto ufficlalc, solo, a piedi, sotto il sole ha fatto due chilometri recandosi fino al ponlc del Bevano, dove ha fermato lo squadrone cd ha atteso, nella speranza che gll allrl urrtciaU potessero presto raggiun– gerlo. A questo J>unto abbiamo assistito ad uno spettacolo s1ra11Jsslmo: è stato Improvvisato un comizio In piena regola sull'opportunità o me110 di rllasci:ire gli ufficiali•. (5) Era l'ora dei ferrovieri. Cronologicamente: la mattina del giorno nove (martedì) è conosciuta uffi– cialmente la nolizia che la Confederazione ha proclamato lo sciopero generale. « Il Comitato Esecutivo, dice il comunicato confederale, comunicherà a tempo (3) Tribuna del rerrovlerJ, 26 giugno, numero 175. (4) Nel 1920, questo sarebbe stato chiamato bolscevismo di guardie rosse; allora lo chiamarono semplicemente teppismo re11ubblic;1110. (5) Il generale Agliardi non fu premiato. come qualche anno prima il suo collega B,wa Bcccaris. 328 Agliardi fu collocato a riposo, per avere forse ris1>armiato una carneficina. Il re liberale, che doveva dicci anni dopo indossare la camicia nera, non poteva lasciare impunita una simile grave colpa!
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