Volontà - anno XVII - n.5 - maggio1964
In verità non c'è azione umana che non rienti-i nella sfera della morah~ e della quale non si sia obbligati a rendere conto alla propria coscienza. Supponete, ad esempio, che io creda che il mio dovere mi obbliga a prc– qa,·e massima aucnzionc alle confidenze che vengono fatte nelle conversazioni private. Affermate che esistono dei «ca.si» che bisogna lenere al coperto della curiosità. lo posso ritenere che questi «casi» non esistono. Al riguardo potrem– mo discutere lungamente quali « ca.<.i» debbono essere esclusi dalla curiosità l' quali no, cci è poco prababilc che si giunga allo stesso punto di vista. Comun– que. se i9 non \'oglio fare il delatore - funzione che considero infamante - ai danni del mio migliore amico, la legge mi accuserà di t1·adimcnto, di fello– nia o di altro crimine l' forse mi condannerà alla (orca. Al contra1·io, se mi · convinco che un determinato individuo è un malfattore della peggiore speck. e pericoloso per la socict~. e giudico mio dovere prevenire alire per.sane o tutta la popolazione sulle conseguenze della perversità del dello individuo, p~•· il solo fallo di aver re.so di pubblico dominio ciò che mi ,·i.suita essere ,·cr·J. la legge mi accuserà di diiTamazionc, di « scandalum magnatum » o di altri crimini di cui ignoro la complicata denominazione. Orbene, se il male rimanesse così circoscriuo, nulla di grave; se tutto si limitasse alla punizione inflittami - sia pure la pena di morte - credo cli~ snrebbc tollerabile, giacchè la morte è il destino degli uomini, al quale primn o poi toccherà sottomettersi, e la società do\'rà pur \'Cdersi privata, un gior– no o l'altro, di qualcuno dei suoi membri, siano essi insignificati o di valore Ma la punizione non agisce soltanto nçj miei soli confronti, sibbenc anche 11ci confronti dei miei concitt<ldini e cotemporanei. I! mio simile può sostenere la mia stessa opinione e può giudicare essere suo dovere tenere la stev,.1 condotta qualora si" trovasse nello stesso mio c~so; ma il «braccio» della 1,'lu– stizia pubblica lo afferma e, con specio~i argomenti, lo convince che ha sb;.1- 1;:liato ed ha valutato malamente la giustizia astratta. Quale «razza» di adepti si potranno avere con una logica tanto grossol<1• na? Supponiamo per un momento che, dopo aver rillcuuto a lungo intorno alla natura della virtù, io mi sia persuaso di adottare una certa linea di co.1- dotla. Ma ecco che il boia del mio pacsl', armato di una legge dello Stato. as<;icura che mi sbaglio. Se io adeguC' le mie opinioni c1 qi.ianto mi impone i! boia. la mia condotta, ed anche il mio carattere, verranno profondamente m0- difica1i. Un'influenza di questo genere è chiaramente incompatibile con la generosità di spirito e con l'arclentc zelo con cui si procede alla ricerca della \'erità, ed incompatibile altresì con l'inflessibile perseveranza con la quale si sostiene e si diffonde la stessa verità. Nei paesi, nei quali regna l'eterna interf.:– rem~a delle leggi e dei decreti invece dei ragionamenti e del dibattito delle idee. s'incontrano sol9 ombre di uomini e giammai uomini in senso morale. Nè ri~1- scircmo mai a farci un'idea sul vero essere dei loro abitanti, nè ci sarà pos– ~ibile immaginare come essi sarebb..::ro se conoscessero il loro dovere scaturito dal tribunale della loro coscienza, se si decidessero a dire e ad agire secondo i loro pil, sinceri pensieri. 304
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy