Volontà - anno XVII - n.5 - maggio1964

fastidioso il ripc1crsi, prese il bastone e se en andò per il mondo come l'Ebreo Er• rantc. E camminò molto. Andò verso il Nord e ridiscese ,·crso il tiepido mezzo– giorno. Rimontò i canali fino al mare. Vi– sitò le Americhe, la Cina, il Giappone. le Indie. L'aria pura, l'aria abbagliante del largo, gonfiava i suoi polmoni. E come un altro En-Dehors che, anche lui, stanco di scrivere in versi e in prosa, era fuggito dalla galera sociale, avrebbe potuto gri– dare: Je sais Ics cieux crevant cn éclairs et (les 1rombes. Et Ics remous, et Ics couchants; jc sais (le soir, L'aul>e cxo.ltéc ainsi qu'un pcuplc de (colombcs, El j'ai vu quelquefois ce quc l'homme [a cru voir ( 13). Quello che dispreZ7.ava e odiava oltre tutto, erano le città ten1acolari, formicai brulicanti di tutti gli appetiti e di luttc le sozzure. Troppe greggi a,•eva veduto, ap– pareniemcnte differenti nei costumi, iden• tichc nelle abitudini. Senza cadere nella misantropia scansava gli uomini, lieto sol• tanto quando poteva avvicinare qualche es– sere semplice. L'ho incontrato sovente, con la mano posata sulla sella della sua bici– cletta. Mi diceva sorridendo: • E' una com– pagna fedele; mi segue come un'ombra, corre e striscia al mio fianco•· Sempre con la sua copena arrotolala a bandoliera, alla prima fermata la getta, 1 a per terra e vi dormi, a sopra, sprezzante dei ripari ( Il) Conosco i ckli rompt:nlhi in lampi e le trombe marine / E i risucchi, e i 1ramon1i: co.. nosco le sere. / L'alba esaltata e anche un popolo di colombe, / E ho visto qualche \'Olla quello che l'uomo ha creduto di vedere. 286 delle camere d'albcrg:o. In un angolo quan– do pioveva, a cielo aper10 formicolante di stelle quando faceva bel tempo. Un va– gabondo, l'ho già detto. Durante un lungo periodo di tempo aveva fatta sua abita– zione una chiatta, in compagnia d'un ma– rinaio che la pilota\la. A,•eva portato con sè qualche libro; lentamente risaliva fiu– mi e canali, fermandosi qua e là, a caso, capricciosamente. Viaggiare, viaggiare, non conosceva che questo. E a forL.a d'incon– trare sotto tutte le latitudini gli uomini simili a sé stessi, aveva raggiunto un gra– do so,,rano di sorridente disdegno. Un giorno pertanto si fermò di scatto in mezzo al polverone della strada. C'era gran rumore verso l'oriente dalle parti di Mosca. Un popolo intero, si dice,•a. s'era levato per abbattere i padroni. La ban– diera rossa sventolava sulle rovine del ca• pitalismo vinto. In mezzo alle più indici– bili sofferenze, alle più grandi miserie, un'opera formidabile stava compiendosi. Un nuovo mondo stava sorgendo. Allora l'En-Dehors, l'evaso dalle galere sociali, cominciò a sognare. Cosa sarebbe sorto da tutti questi tumulti, da tutti quesli sconvolgimenti? La società che sta– va sorgendo sarebbe stata ospitale all'uo– mo? Come sarebbe stato possibile che lui, il refra1tario ostinato, be\'itorc e mastica– tore di "oltre", lui l'Intensivo, non doves– se sentire immensamente, lnlensl\'amente, tutta la tragica bellezza di questa agonia e del sorgere di questa nuova creazione? • Il comunismo, profetizzava Herzen, passerà velocemente, burrascoso, cruento, ingiusto. In mezzo ai fulmini e ai lampi, all'abbagliante riverbero dei palazzi in fiamme, sulle rovine delle fabbricerie e delle magistrature, come su un novello Si– nai, appariranno i Nuo\'I Comandamenli, apparirà un nuovo Decalogo .... -. L'En-Dehors si sveglia e spazza la poi-

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