Volontà - anno XVII - n.5 - maggio1964

in l1a\ia. Qui, si sarebbe detto che i poli– ziotti lo attendessero. La sua camera è in– vasa. E' arrestato. Ed è condotto alla frontiera austrica, con le mane1te ai polsi, in mezzo a due aguzzini. Fu un viaggio faticoso che durò cinque giorni. " li sesto - racconta - passai la frontiera con le mani bluastre per i ferri». Guadagna Trieste a piedi e resta qual– che giorno in Austria. Ma è attirato da altri cieli. S'imbarca per il Pireo, va a dormire tra le rovine del Partenone. In questo momento non ha più un centesimo in tasca. Gli agenti lo spiano sempre. Tro– va tuttavia la maniera di giungere a Co– stantinopoli. Arrestato di nuovo, poi rila– sciato, parte per Giaffa. Qui, loschi individui gli si gettano ad– dosso e lo panano con la forza al Con– solato. Gli si notifica che è un gran crimi– nale ed è rinchiuso in una ..:amera a pian– terreno d'un ospedale. Nella notte evade e prende la strada di Gerusalemme. Una muta di poliziotti gli è lanciata alle cal– cagna. Ed eccolo riafforraw, ammanetta– to, e gettato su un piroscafo diretto a Marsiglia. Durante la trnversata, resta ammanet– tato, ai ferri, insultato dai pas~eggeri che vengono a contemplarlo come una bestia curiosa. A uno di questi, che lo interroga, risponde sornionamente: « Ho fatto una grande corbelleria, mio caro signore. Figu– ratevi voi che ho tagliato una vecchia in tredici pezzetti e ciò mi ha dato un mal di testa terribile .... » Appena messo piede a terra sul Porto di Marsiglia, un poliziotto gli si avvicina e gentilmente gli spiega che, poichè le for– malità necessarie al suo arresto non sono state adempiute a Giaffa, egli è libero. D'Axa respira. Ma non ha ancora finito di tirare il primo sospiro, che un altro danne, è suo dovere arrestarlo... conse– guentemente. Misteri della procedura po– liziesca! A Parigi è rinchiuso a Sainte-Pelagie. Disgrazia per lui che, mentre stava vaga– bondando sulle strade d'Oriente, un a– narchico iialiano aveva assassìnato il Pre– sidente della Repubblica, Sadi Carnot. Lo si lascia dunque a purgare le sue pene. Infine, è rimesso in libertà. Ma non ha ancor fatto due passi che è di nuovo ri– preso e condotto al Commissariato. Que– sta volta, d'Axa, comincia a pensare che si esagera. Salta la finestra e scappa. Gli agenti gli corrono dietro come tanti ma– stini urlando: al ladro!; la folla ci ~i mi– schia, d'Axa si precipita nel Jardin des Plantes (Giardino delle Piante). Un citta– dino ... onesto, l'agguanrn per la gola. Ba– stonato di santa ragione come ladro, gli abiti stracciati, pieno di sangue, è ricon– dotto al Commissariato e, in seguito, in prigione. [I giorno dopo, senza alcuna spiegazione, è messo fuori. E tutto questo perchè il giorno prima si trasportava uf– ficialmente !a salma di Carnot al Pan– theon, e naturalmente non era possibile che un uomo della fatta del d'Axa si tro– vasse a circolare liberamenle per le strade. Allora, pieno di debiti, un po' disgustato, non vedendo come poter continuare la pubblicazione del suo giornale, Zo d'Axa si tacque. Ricominciò a viaggiare. Grande camminatore. se n'andò per il mondo so– gnando cose inaccessibili, i capelli al ,,cn– to, i polmoni avidi di aria pura. Ne aveva abbastanza degli uomini. dei loro con– flitti, delle loro miserie. Lui, che non cre– deva alla fata Anarchia, non aveva lonta– namente pensato di protestare quando lo avevano accusato di essere anarchico. Di– fendersi gli sarebbe sembrata una vigliac– cheria. Ma ora \'i erano anarchici che lo gli posa la mano sulla spalla e l'informa trattavano d'aristocratico e che in ragione delle sue precedenti con- ingiustizia - d'intellettuale. suprema 283

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