Volontà - anno XVII - n.5 - maggio1964

ljbera e vagabonda, al di ruori di tutti annegò in una pila di acqua santa. Una « i costringimcnti della legge». volta accennando a l'En-Dehors, scrisse: Lo si classificò come anarchico ed era " Un giornale apparve, uno staffile, dove giusto fino ad un certo punto. D'Axa non voci umane risonavano in folli risate sin. aveva mai volulO sapere di brigate. Si op- ghiozzan1i. Schiaffeggiò, fustigò magistra– poneva ai «compagni" che gli erano ,,j. tura e legislatura, Alti Bruti degli Stati cini e che qualche volta gli rimprovera- Maggiori e Bassi Bari delle Banche, diri– vano di non subordinare tutto a « l'ideale genti e governati, e marcò col ferro rosso anarchico"· Per lui, niente cappelle e il di dietro osceno della Borghesia. L'En– nientc confessioni. Scriveva serenamente: DehorS fu questo giornale, che fece dan– ., Bisogna vivere cominciando da ora, su- zare gl'inctti sotto colpi di scudiscio std· bito: cd è al di fuori di tutte le leggi, lati. Zo d'Axa, quest'uomo bizzarro, sem– di tutte le regole, di tutte le teorie - pre contento d'essere lui stesso, senza eti– anche ~ nrchiche -, che vogliamo lasciar- chetta di partito, senza 1·elazioni politiche, ci trasportnrc alle nostre compassioni, ai questo anarchico non si poteva tollerarlo nostri imp~ti, ai nostri dolori, alle nostre per molto tempo ... "· rabbi..:, ai n::>stri istinti, con l'orgoglio di E infatti ... Le ammende e i mesi di pri- ess.::rc e di rimanere sempre noi stessi». gione cominciarono a piovere suite sue Qualcuno forse la riterrà teoria sconcer• spalle. Zo d'Axa arrestato, la redazione tante, ma d'Axa era così. Bisogna pren- del giornale saccheggiata, lnìzio di di– derlo tal quale si affermò. Onestamente. sgrazie. E poi, d'altronde, a questa bella epoca, gli .inarchici che sognavano di scuotere la società borghese a colpi di dinamite erano perseguitati, imprigionati, ghigliouinati. D'Axa avrebbe potuto gridare ai poliziotti e ai m:igistr.:tti: attenzione, c'è errore! Non ci pensò nemmeno! Lo si dtenC\·a un anar– chico? Ebbene: che così fosse! Scrollò semplicemente le spalle e continuò il suo cammino. Ed cbb:: un'esistenza spa,•entosamente movimentata. Perseguitato, condannato, gettato nelk segrete, evade, si eclissa. Ri– preso, srappa di nuovo. Lo lroviamo un po' dappertutto: in Inghilterra, in Tur– chia, in Italia. Questa odissea che ha rac– contata ·1ui stesso nel suo volume: De Mazas à Jér~1salem (Da Mazas t9) a Geru– salemme) meri1crcbbc delle pagine. C'è stato uno scrittore che c'è l'ha of– ferta in riassunto. E' Adolphe Retté, quc– st 'uomo che più tardi disgraziatamente, si (9) Ma:t'l:i, Prigione parigina demolita nel 189:l. 282 Il primo delitto di Zo d'Axa fu quello di avere aperta una sottoscrizione pubblica in favore delle famiglie degli anarchici imprigionati. Immediatamente fu incolpato di associa- zionc di malfattori. In questo momento aveva ventisette anni. Passa un mese in prigiom.: e poi i: rila– sciato in libertà prov\'isoria. Allora, sen– za gran voglia di rit0rnare nelle ospitali prigioni repubblicane, fila in Inghilterra. I poliziotti lo inseguono fino a Londra. Lascia i Bri1annici, scappa in Olanda e fra– ternizza con una compagnia di sonaLOri ambulanti. Dopo, trova un posto su una chiatta, che risaliva il Reno fino a Magon– za, e vive tranquillamente con i marinai, inebriandosi d'aria pura, lontano dai fra- cassi e dai fastidi di Parigi. Da Magonza, s'infila nella Foresta Nera, e si mischia ai boscaiuoli. Stanco, scende

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