Volontà - anno XVII - n.5 - maggio1964

cora i carri a traino animale. L'anar– chismo non è un'« invenzione» sociale, ma una «scoperta»; nel senso, cioè, che è una possibilità implicita nella na– tura umana. Sappiamo che in modo naturale l'anarchismo è praticato da diverse comunità umane. Esquimesi, Lapponi, Samojedi e qualche comunilà bianca - come ad esempio quella del– l'isola Tristan d'Acunha - praticamen– te sono comunità anarchiche. Dotate, pur nella loro primitività, di un senso morale molto elevato, si può dire che non conoscono nè l'omicidio, nè il fur– to o altrn violenze del genere; e i pro– dotti della pesca o degli allevamenti vengono sempre distribuiti secondo i rispettivi bisogni delle famiglie. Certo che. il passaggio da un anarchi– smo naturale a quello che potrebbe es– sere di una grande vastita sociale, in– contra ostacoli formidabili e che, se per fortuna non esistesse anche una «pressione delle cose», la sola iniziativa dei gruppi anarchici potrebbe fare ben poco, per quanto coraggiosa e disi11te– ressata ossa possa essere. Quelle comu– nità, denominate «naturalmente» anar– chiche, solo nominalmente dipendono da un governo: in pratica sono indipen– denti, comprese quelle dei Samojedi dell'estremo nord siberiano, che le leg– gi sovietiche lasciano vivere a modo loro. Ma, a modo nostro, non è tanto facile che ci facciano vivere, quando è necessario vivere entro colossali strut– ture economiche e di dominio. Le vi– cende e le velleità della storia politico– sociale sembrano tuttavia sottoposte ad una legge naturale analoga a quella che frena l'incontrollabile espansione di una data specie animale. Una data specie d'inselti, ad esempio, teorica– mente e in poco tempo, potrebbe co- prire l'intera terra; se ciò non avviene è perchè urta contro altri fattori deci– samente avversi. E così, in un certo senso, avviene per gli istinti «negativi» della razza umana, che sono appunto quelli che tendono ad esplodere o a di– latarsi più facilmente di quelli «posi– tivi»; ed è lo stesso eccesso di dilata– zione che, in definitiva, si autoconclan– na. L'atomica è certamente un'arma spaventosa: ebbene, sia la ... benvenuta se avrà veramente la forza di far «sui– cidare» il militarismo, cioè di non pro– vocare più guerre e per sempre ... L'anarchismo moderno può trovare interessanti temi di studio e di analisi entro il vasto e complesso campo di tale « pressione delle cose»; cioè, come scrive appunto il nostro V. Garcia, col « pensare in funzione dell'epoca nella quale viviamo». Quello che veramente importa è che le iniziative umane ten– dano sempre, e sia pure lentamente, verso razionali libertà sempre più con– crete. Si chiamino poi federalismo o comunalismo, questo è secondario: l'importante è che rendano l'umanità veramente libera e meno tormentata. D'altronde lo stesso termine libertario è alquanto generico, anche se tende a definire una società evidentemente mi– gliore dell'altuale. E se la nostra cri– tica è sempre pronta a puntare su pro– blemi nuovi e più complessi, tanto me– glio. Però bisogna riconoscere che non sempre è possibile affiancare alla no– stra critica « una prospettiva di strada o strade di ricostruzione e rinnova– mento ». Talvolta è già molto se riuscia– mo ad avvisare Tizio di uscire dalla sua casa decrepita perchè un «terre– moto» sociale è sempre in agguato; cioè sentire il dovere di avvisare che certi sistemi e certi principi, presto o

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