Volontà - anno XVII - n.4 - aprile 1964

regioni ove questi famosi « centri direttivi• esistevano essi non sono interve– nuti nella lotta? La verità è che da soli, contro tutti, e senza « centri direttivi., i combattenti di Ancona vinsero la battaglia e, come si vedrà in seguito, la guerra, per merito loro, venne evitata. Continua sempre a pag. 15 e 16: • La lotta dura in complesso tre giomJ, ma ti 28 giugno U movimento armato è sopraffatto: le forze dell'«ordlne» sono state costrette ad un aspro combat-· tlmento. Esse hanno dovuto impiegare anche il cannone, come in una grande battagUa, per aver ragione detla rlvolla. La rivolta spontanea e generosa ma senza guida e senza prospettiva nel periodo particolare in cul era esplosa non poteva, anche per la rapidità con cui si era sviluppata, suscitare un movimento i>lù ampio. I fatti cli Ancona ebbero un grande eco in tutto il paese e Il Governo GloUttl, poco dopo, fu costretto a; questo successo •· Ci vuol proprio della faccia tosta per rare certe affermazioni. Si vedrà poi, in seguito, chi ha pagato con lunghi anni di carcere. A questo punlo la narra– zione della rivolta sarebbe finita. Manca però l'esito complelo della battaglia. E' bene si sappia che pur senza « centro direttivo• l'esito della battaglia (poichè in tutte le battaglie si [anno consuntivi delle perdite subite) ru di decine e decine di morti da parte governativa, mentre da parte proletaria un solo morto e qualche ferito. Manca poi l'elenco di coloro che pagarono con tanti anni di galcia, così come manca la loro appartenenza ideologica. Lasciamo senza critica anche il fatto che si sia passati sopra agli arresti immediati, sul processo svoltosi nel 1921, dove gli imputati superavano il centinaio con la stragrande maggioranza di anarchici; ma va detto che il processo, voluto dal Truce, con la parte civile rappresentata, nientepopodimeno, dal Vice•Puzzone Farinacci, ebbe luogo a L'Aquila e che gli imputati erano tutti anarchici. Due furono condannati a pene rilevanti e scontarono più dt dieci anni di prigione: Attilio Silvestrelli, Cola Cafiero (quest'ultimo, come ci informa il libro, passato al partito bolscevico); altri condannati a pene minori e qualche altro assolto. Altri ancora in contu– macia: Pctrini Alfonso, Rocchcggiani Amedeo. Infine il sottoscritto, imputato per omicidio ed incitamento alla guerra civile. trovandosi in esilio ha potuto provare con alibi la sua innocenza e assolto in istruttoria. Del resto i giornali antifascisti di Parigi parlarono molto di questo processo e si deve agli anarchici del mondo intero se una difesa decente ru data agli imputati e se le famiglie di questi ultimi furono aiutate e confortate per tutto il tempo della prigionia. E' il caso di ripetere che gli anarchici e solo gli anarchici, questi eterni dimen– ticati, pagarono con il loro eroismo? Questa comunque è la verilà e questa dovrebbe essere la storia. A pag. 22 si legge: a Gli ardili del popolo, organizzazione armata sorta negli ultimi tempi net centri maggiori per contrastare le violenze squadriste, vengono mobilitati al comando dell'anarchico Erasmo Abate e dal comunista Mollnclll Guido ... Anche qui si dimentica l'anarchico Antonio Ceri, esponente degli arditi del popolo, caduto poi da eroe sul fronte di E-lucsca in Ispagna. 249

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