Volontà - anno XVII - n.4 - aprile 1964

E' molto grave scrivere la storia, sia pure parziale, e dimenticare di inserirvi questi episodi della massima importanza. E' risaputo da tutto il popolo di Ancona che, senza queste due iniziative, non si sarebbe riusciti ad imporre al governo il ritiro delle truppe dall'Albania. Se mai qualche critica si volesse fare, ci sarebbe solamente quella relativa all'episodio del sergente Lionelli (morto in seguito in America) il quale, nel ce– dore la mitragliatrice agli anarchici, pose la condizione di volerla manovrare lui stesso. Probabilmente, se l'arma fosse stata adoperata da un anarchico forse la rcsisten=za avrebbe durato qualche giorno di più, perchè è bene si sappia che sino a che la mitragliatrice ha funzionato, nè l'esercito in pieno assetto di guer– ra, nè lo guardie regie, nè i rinforzi giunti, nè il cannone sono riusciti ad espu– gnare le barricate. A pag. 14 del libro si legge: « Il proletariato senza una guJda sicura è all'offensiva, all'attacco. Compo– nenti del movimento anconetano sono essenzialmente, Il socialismo massima• lista tipico del dopoguerra e il tradizionale sovversivismo e tnsurrezlonallsmo anarchico•· Che cosa intenda lo storico per « guida sicura., si può facilmente imma– ginare nel momento attuale: alleanza anche col... diavolo pur di conquistare il potere. In quanto ai « componenti del movimento» sarebbe stato più consono alla verità dire che numerosissimi rrano i militanti anarchici con qualche ele– mento di altri partiti politici. Sempre a pag. 15: ..La lotta divampa In lutti I rioni In una vera e propria battaglia dJ strada. Le navi sparano a zero su Porta Pisa, dove era appostata una mitragliatrice degli insorli e su Forte Scrima. La lotta contro gli improvvisati nuclei di resl· stenza popolare djviene impari, anche pcrchè l'insurrezione non si estende nelle altre provincie. A Jesi i poteri sono assunti da un comitato formatosi presso la Camera del Lavoro, dopo le prime notizie da Ancona e così il 'movimento, si prolunga per un paio di giorni ancora. Manca anche questa volta un centro! direttivo dcH'insurrezione. La rivolta fhùsce col ridursi a forme modeste e limt– tate di una guerriglia di strada non organizzata, che non può sostenere l'urto: di imponenti forze regolari». Che cosa intendono gli storiografi del libro per « centro direttivo della insurrezione»? Un contro-esercito con i do.vuti quadri e stati maggiori? Forse come quello che esiste ora nei partiti con i loro membri disciplinati e pronti ad intervenire al fatidico grido dei loro dirigenti di correre alle urne? Quale rivoluzione proletaria è uscita villorioFa con centri direttivi? E dov'erano allora i .. direttivi» dei quattro gatti (è proprio il caso di dirlo, per Ancona) dei bolscevichi? Oppure i« direttivi,. di quel nucleo della« territoriale» dei socialisti? Ma perchè volere ad ogni costo ignorare ( ed è il caso di dirlo, poichè fra gli informatori del libro ve ne sono che hanno partecipato ai moti e conoscono assai bene ciò che sto scrivendo) che il novanta per cento dei giovani che combattevano sulle barricate erano anarchici o simpatizzanti? E oerchè nelle 248

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