Volontà - anno XVII - n.4 - aprile 1964

Una seconda obiezione pii.1 importante addotta contro quanto sosteniamo, è quella che si riferisce alla libertà di stc1mpa e di coscienza. Però sarà facile dimostrare che neppure questi sono diritti discrezionali. Infatti, se fossero tali bisognerebbe considerare perfettamente giustificato che un uomo pubblichi ciò che crede falso o dannoso: allo stesso modo bisognerebbe amme11ere che 5,ia moralmente indifferente adottar~ i riti di Confucio, quelli di Maometto o quelli di Cristo. La libertà poli1ica di ~tamra o di coscienza, lungi dall'c~scre, come generalmente si crede, un ampliamen10 di diritti, è, invece, una limitazione dì essi. Deve sopprimersi ogni ostacolo alla libertà di coscienza e alla libertà di Mampa, no,, perchè gli uomini hanno diritto ad allontanarsi dalla retta via che prescrive il dovere, ma perchè la società, aggregato di individui, non ha il diritto di attribuirsi le prerogath·e di un giudice inlallibilc, prescrivendo arbitrariamente 11ormc ai 5-uoi membri in unc1 materia aperta alla discussione cd all'indagine ra7ionale. Una delle ragioni più e\'identi che si oppone a tale pretesa consi:;te nell'im– possibilità di uniformare le opinioni degli uomini per mezzo cli metodi coerciti,·i. 11giudizio che ci formiamo circa le qul!slioni generali del pen:,iero, :,i fonda su un certo grado di evidenza. Anche se il nostro giudizio può essere indotlo, per mezzo di sottili suggestioni, ad allontanarsi dal retto cammino dell'imparzialità, esso resisterà tenacemente ad amm<'tler:: ogni idea che si pretenda imporglisi coa11ivamentc. J mezzi di persecuzione non saranno mai convincenti: la violenza JJVtrà piegare le nostre decisioni, ma non persuaderà mai la nostra intelligenza; ci renderà ipocriti, ma non convinti. li gO\erno, che per davvero, a:,piri ad in– culcare la virtù o la integrità ai suoi cilladini, si guarderà mollo bene dall'impe– dire la sincera espressione dei loro sentimenti. Ma c'è ancora una ragione di ordine superiore. L'uomo, per come s'è detto, non è una creatura perfetta, ma soltanto perfettibile. Nessuno dei governi sino ad ogni conosciuti o che comunque potranno esistere in avvenire, può attribuirsi il dono dell'infallibilità. Di conscgucma, nessun governo dc\'e opporsi tenace– mente al mutamento delle sue istituzioni e, ancor meno, deve fissare un modello rigido per le diverse manifeslazioni della speculazione intellettuale, limitando la libera espansione della mente. La scienza, la filosofia e la morale hanno rag– giunto l'attuale livello di perfezione grazie alla libera espansione del pensiero. Solo persistendo in questa piena libertà di ricerca si potranno raggiungere più alti livelli di progresso, rispello ai quali tutto ciò che oggi si conosce sembrerà grossolano e puerile. Però allo scopo di stimolare le menti verso un traguardo così fecondo, è assolutamente necessario assicurare un permanente scambio di pensieri e di scoperte che gli uomini pos~ano concepire e realizzare. Se ognuno dovesse iniziare la ricerca dallo stesso punto di partenza del suo predecessore, il lavoro sarebbe infinito e.d il progresso si trasformerebbe in un circolo vizioso. Nessun'altra cosa contribuisce di pili a sviluppare l'energia intellettuale quanto l'abitudine di seguire senza timore la corrente delle µroprie idee e di esprimere senza riserve le conclusioni che esse ci suggeriscono. Ciò evidentemente non significa che gli. uomini han .. no il diritto di agire al di sopra della virtù o di espri- 225

RkJQdWJsaXNoZXIy