Volontà - anno XVII - n.4 - aprile 1964
che si riferisce almeno, all'uguaglianza fisica. L'uguaglianza morale, si 1rova ancor meno, sottoposta ad obiezioni ragio– nevoli. Intendo per uguaglianza morale, la facoltà di applicare un~ stessa ed inalterabile regola di giustizia in ogni particolare contingenza; questa definizione non può essere discussa se non cor, argomenti opposti alla virtù ... L'uguaglian– za• - è stato detto - sarà sempre una finzione incomprensibile, fin tanto che le capacità degli uomini non saranno uguali e fintanto che le pretese aspirazioni di uguaglianza non conteranno sulla ragione e sulla forza necessaria per renderli reali• ( 1). Però, la giustizia è palesemente intellegibile per la sua natura, indipen– dentemente da ogni considerazione circa le possibilità di renderla pntica, giac– chè la giustizia si riferisce ad esseri dotati d'intelligenza e capaci di sentire il piacere e il dolore. Risulta infatti chiaro e comprensibile, al disoprn di ogni e qualsiasi interpretazione arbi1ra1 ia. che il p:acere t! gradevole e il dolore 0 penoso; che il primo è desiderabile e che il secondo è da evilare. E' dunque ragionevole e giusto che gli cssni um~mi rc:ciprocamcnte çontribubcano, nella mbura delle loro possibilità, al piacere cd al bene. E poichè tra i pi2.ceri ve ne sono alcuni pilt puri, pili raffinati e più duraturi di altri, è giusto e necessario che siano questi ad essere i piu prekriti dagli uomini. Da queste 'Semplici consi– derazioni possiamo pienamente dedurre l'l,guo.gliam:a morale degli e.sscri umani: siamo compartecipi di una comune natura; le stesse cause che contribuiscono al benessere dell'uno, contribui~cono .ti bencs"icrc dell'altro; i nostri sensi e le nostre facoltà hanno caratteristiche somiglianti, allo stesso modo dei nostri piaceri e dei noslri dispiaceri; tutti siamo dotati di ragione, ovvero si~rno capaci cli paragonare, di dedurre, di giudicare. Saremo previdenti per noi cd utili agli altri nella misura in cui ci eleveremo al di sopra dell'ambiente di preiiudizi che ci circonda. La nostra indipendenza e la nostra liberazione da tutte le costri– zioni, che comprimono il nostro giudizio e che ci impediscono di esprimere ciò che consideriamo la verità. serviranno al progresso cli tutti. Vi sono situazioni e contingenze estrcmamcntç favorevoli per ogni essere umano cd e giusto, in conseguenza, che tulti vengano istrniti subito, circa la conoscenza di tali con– tingenze. appena cioè, la possibilità materiale lo p~rmctta. Esiste tultavia una specie cli disuguaglianza morale, parallela alla disugua– glianza fisica, alla quale ci siamo riferiti prcccclcntcmcntc. Il trattamento che ricevono gli uomini è in rapporio diretto con i loro merili e le loro virtù. Quel paese che tratterà egualmente sia un benefattore che un nemico dell'umanità, non sarà ceno la dimora nè della ragione, nè della sapienza. Lungi dal costituire un ostacolo, questa distinzione si accorda armonica– mente e strettamente con l'eguaglianza e viene designata col nome di •equità», che è un'espressione derivata do. comune radice, e che sebbene, ir. un certo senso, costituisca una deviazione dal principio, tuttavia offre la stessa tendenza e l'identico proposito. lnfatti, il suo scopo è quello di inculcare, nella nostra mente, stimoli di perfezioni.!. Ciò, che, più di ogni allra cosa, è auspicabile è la (I) RAYNAL, Révolution d'Amérique, pag. 34 (nota dell'autore). 220
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