Volontà - anno XVII - n.3 - marzo 1964

hanno le scoperte, le invenzioni e tutto il progresso meccanico, quando la vita dell'uomo, dono miracoloso della natura, non è rispettata? Il mondo così come è stato governato finora dagli uomini, è precipitato nel caos e non c'è speranza che dalle rovine attuali sorga qualche cosa di migliore, perchè gli uomini che sono al potere oggi sono troppo simili agli uomini di ieri e di sempre. Ma la colpa è veramente tutta degli uomini? Non è anch~ nostra, o donne, giacchè abbiamo permesso che le rovine si accumulassero attorno a noi senza protestare, senza che ancor oggi ci domandiamo il perchè di tanto odio sca· tenato nel mondo? Abbiamo il coraggio di essere sincere con noi stesse e di cercare anche in noi le responsabilità di questa immane tragedia. E anzitutto troveremo che noi non sappiamo amare come dovremmo i nostri figli. Noi mamme, che di– venteremmo delle belve se qualcuno ten!asse di fare del male ai nostri figli, abbiamo permesso che ci separassero da essi senza protestare, anzi soffocando nel silenzio il dolore, solo perchè il male ai nostri figli veniva fatto lontano dai nostri occhi. Abbiamo dimenticato che nessun uomo, nessuna legge può avere sui nostri figli pili diritti di quelli che abbiamo noi. Questa sarebbe stata una imperdonabile viltà da parte nostra se non ci fosse qualche giustifi– cazione a questo nostro modo di agire. Gli uomini ci hanno inculcato sempre un sacro rispetto, quando non era terrore, dello Stato, della Chiesa, delle leggi che ci governano, che ci sarebbe parso ridicolo o pazzesco ribellarci ad esse. Siamo vissute sempre in disparte della vita sociale perchè per secoli ci hanno fatto credere che compiti esclusivi della donna fossero i figli ed i lavori domestici. Mai nessuno ci ha fallo ìntra• vedere la possibilità che la nostra vita potesse avere un orizzonte che oltre– passasse le pareti di casa. Ebbene, bisogna guarire da tutto questo: bisogna st1·apparc dal nostro animo queste false credenze e questi errori che ci hanno deforn1ato al punto di farci passare come esseri inferiori agli uomini. E' tempo che ci svegliamo dal nostro lungo sonno, che usciamo dall'ignoranza in cui viviamo per p1·endere conoscenza di ciò che accade attorno a noi, per diventare capaci cli giudicare, di criticare ciò che gli uomini e noi facciamo, e per dare agli uomini il nostro aiuto dove lo possiamo. Dobbiamo persuaderci che siamo diverse dagli uomini, ma abbiamo qualità e capacità che essi non hanno, e che soltanto da una collaborazione stretta tra gli uomini e le donne la società potrà, forse, trovare quell'equilibrio che l'è mancato finora. Dobbiamo persuaderci che la società è formata da noi donne, con i nostri uomini e con i nostri figli, e che quest'ultimi saranno tanto più uomini quanto maggiormente li avremo cresciuti nel culto del giusto e nel disprezzo della menzogna e della violenza. Dobbiamo cessare di essere un peso morto per gli uomini che vorrebbero togliersi alla fatica bruta del loro lavoro, ricordandoci che più uomini coscienti 134

RkJQdWJsaXNoZXIy