Volontà - anno XVII - n.3 - marzo 1964
in seno alle loro famiglie. I sopramm· merari pronunziano dei voti compati– bili col loro st,\tO e con la loro vita. Possono essere sposati. I cooperatori, o le cooperatrici, o collaboratori, han– no, come principale obbligo. il versa– mento d'una quota. In altri termini, sono dei membri benefattori che non debbono giustificare la loro apparte– nenza alla religione cattolica: una so– luzione abbastanza sottile per assicu– rare il finanziamento dell'opera. Il lo– ro ruolo viene definito, in un articolo de La France cathollque del 28 feb– braio 1958, come appresso: « Una ma– ni(estazione dello spirito di compren– sione che anima l'attività dell'Opus Dei è l'apostolato ad fidem, una delle for– me di apostolato particolarmente ca– ratteristica e più preferita. Grazie ad esso, numerose persone non cattoliche collaborano così, sotto torme diverse, al lavoro che l'Istituto realizza ». AH'interno di queste categorie, biso– gna assegnare un posto particolare ai preti: aderendo all'Opus Del, il nume– rario, nello stesso tempo in cui sceglie « la santificazione a mezzo del lavoro», si considera «come in preparazione per il sacerdozio, dal primo giorno della sua entrata». Benché la grande mag– gioranza 11011 giunga effettivamente al sacerdozio, un piccolo numero però vi si consacra, annualmente. E' così che, nel 1955, ad esempio, 36 fra medici, avvocati. ingegneri, chimi– ci, professori, originari di sei differenti paesi, hanno ricevuto gli ordini sacri, senza con ciò abbandonare la loro con– dizione secolare. Normalmenle, essi continuano ad esercitare le loro pro– fessioni: essi sono pertanto medici– preti, avvocati-preti, ingegneri•preti, co– sì come in altri tempi, si trovavano dei preti-operai, successivamente in- terdetti. Non si tratla, come si vede, di un semplice adattamento all'ambiente, ma d'una immissione, in detto ambiente, d'uno spirito capace di favorire l'azio– ne di rinnovamento cristiano così i– niziato. L'Opus Dei è una società segreta, co– sì come ogni istituzione secolare, se– condo i termini del decreto della Sa– cra Congregazione dei Religiosi del 24 iuglio 1947. Questo obbligo è confer· mato nel «pensiero» n. 840 del libro «Cammino»: -x Che la vostra condizio– ne passi impercepita, come quella di Gesù, per trent'anni». Infatti, tutti i suoi aderenti, sia laici che ecclesiastici, si impegnano a non dire nulla dell'organizzazione e non sono autorizzati a svelarsi ad alcuno. Per lo più, tranne i numerari che vi– vono in comunità, essi non si cono– scono neppure tra di loro. Costituisco– no quindi gli ingranaggi minimi di un grande meccanismo che, soltanto i re– sponsabili in capo manovrano a loro piacere, per la più grande gloria della Chiesa. Alcuni pericoli minacciano questo ordine, soprattutto sul piano teologico. Un frate domenicano francese, Padre Dubarle, ha serino un saggio critico sulla « bibbia » dell'Opus Dei, cioè su « Cammino» di Mons. Escrivà, col qua– le si propone di dimostrare come il fondatore di quest'ordine sia colpevole di eresia pelagiana (il monaco Pelagio, nel IV secolo, negò la dottrina del peccato originale). Tuttavia, quando si consideri l'alta approvazione che Pio XII ha dato a questa nuova forma di aposLolato, quando si tenga presente il bisogno pressante di supplire al lavoro dei membri del clero, di numero as– sai ristretto, per mezzo di quello dei 161
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