Volontà - anno XVII - n.2 - febbraio 1964
T<mlo il capitalismo quanto il comunismo sono stati nemici inconciliabili dell'anarchismo a causa èell'abisso incolmabile che divide gli autoritari dai libert:ari: lo Stato. Al contrario, capitalismo e comunismo presentano soltanto un'inconciliabilità apparente che, a man 0 <1 mano che gli anni van passando, tende a sparire sino a quando giungerà un momento in cui non si distinguerà un regime dall'altro. Quando giungerà quel momento, il comunismo sovietici) starà allineato col capitalismo occidentale per opporsi, con un fronte comunt, all'ostile Cina, mentre l'avversione «ideologica» dei hlocchi si sarà tr.:isfo1·– mata in una lolla ... epidermica. Diversi sociologhi hanno segnalalo il lento av,•icinament 0 esistente trn USA ed URSS. Pitirim A. Sorokin ha difeso questa tesi in un congresso di sociologhi tenutosi nel Messico recentemente ed ha scritto un libro dal titolo molto significati,·o: C:onvergenz.a tra Stati Unili ed URSS. In qucst'open:1, l'autore afferma che, se l'umanità può evitare nuovr guerre mondiali, si avrà un nuovo tipo di società che non sarà nè comunista, nè capitalista, risultando dalla convergenza dei due regimi che oggigiorno si trovano di fronte. Per ciò dico, più avanti, che questa inconciliabilità è apparente, giacchè alla base cd al fondo, entrambi i sistemi sociali s'identificano: davanti, c:oè, allo Stato. Tutto il resto è « l.\llicismo » che può modificare, ma mai abbatterc=– il puntello centrale del sistema, cioè il principio d'autorità. La proprietà privata e la libera impresa capitalis!~ si vedono sempre più ..,ontrollate dallo Stato, mentre la compattezza della proprietà stato.I" del regime comuni::,La va sgret<>– hmdosi in favore di alcune iniziative private individuali. La ri,·alità, che esiste tra i superblocchi, anicne maggiormente alla brama d'egemonia am.lchè all'incompatibilità dei rispcllivi n::gimi. Le guerre, sofferte cl:\ll'umanilà sin dai suoi inizi, sono state sempre iniziative di regimi omogenei, aventi un minimo di discrepanza ed un minimo di ingordigia. Quando le forze rhe si scontrano non <;ono omogenee, allora non Si 11-atta d1 una guerra, bensì di una rivoluzione Attualmente i potenti padroni del mondo si rendono conto che i loro rispettivi strumenti di distruzione possono sterminare l'umanità. Anche quest::i. umanità assente e sottomessa si rende conto di ciò e, invece di imporre la sua volontà sovrana, si limita ad implorare ed a far ,·oti, r,erchè non avp•ng~ lo sterminio. La « terza forza alla quale si anela», per usare le parole della domanda, può essere quella che sarebbe capace di fermare la mano di chi deve maneggiare la leva che scatenerà la disintegrazione in serif'. Più avanti s'è detto che il popolo vede l'immediato e non il trascenden– tale; l'immediato, per il popolo, è una guerra atomica e la • terza forLa >t vient! concepita in funzione della resistenztt che può essere opposta a questa guerra atomica. Per questo motivo h<mno tanta risonanza le manifestazioni pacifiste di un Bertrand Russe!, la destituzione di Oppenheimer, in seno al Comitato Atomico americano, a causa dei suoi lodevoli scrupoli, il messaggio di Albert Schwcitzcr, il discorso cli Camus a S1occolma, perchè appunto si tratta di 91
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