Volontà - anno XVII - n.2 - febbraio 1964
si anche gl'intenti internazionalistici. Le stesse nuove forme di lavoro e di organiz– zazione dei lavoratori portano ad allarga• re e ad estendere anche i rapporti di soli– darietà. I lavoratori dei diversi popoli si sentono più fratelli. Non si sentono più so• li i tessili della Lombardia, i Canut del Lionnese oppure quelli dal Lancasshire, i muratori d"ltalia, di Francia, d'Inghilter– ra, i minatori tedeschi. francesi, belgi o inglesi. Ognuno ha i propri particolari pro– blemi, ma tutti ne hanno uno comune che li unisce nel lavoro e nella lotta: creare condizioni generali nuove e migliori di vita. L"cspansione dei mercati esige nuovi progressi nei mezzi e nei metodi di pro– duzione e di lavoro. e questo coinvolge tut– ti e tutti unisce. Benchè la macchina esistesse prima del periodo del capitalismo meccanico, è so– lamente ora che essa viene valorizzata: prima non aveva grande influenza sulla produzione, perchè non esistevano ancora le condizioni economico-sociali favorevoli alla sua massiccia applicazione. Createsi condizioni nuove, vinta la resistenza cor– porativa, stabilitisi rapporti fraterni fra i lavoratori dei diversi mestieri in ogni paese, l'internazionalismo prende corpo nelle sue diverse forme: internazionalismo intellettuale. umanitario e pacifista: in– ternazionalismo politico - economico - sociale. Molto tempo prima delle stesse formulazioni socialistiche, l'internazionali– smo si fa sentire come forza viva e fecon– da. Nel campo politico, i liberali e i demo– cratici dei diversi paesi uniscono le loro forze in uno sforzo comune che va oltre le loro frontiere nazionali per contrastare più efficacemente l'opera della «interna– zionale dei conservatori» e per garantire la libertà e l'indipendenza dei diversi po– poli In Italia. tra il 1822e il 1830, ha origi• ne la società segreta dei Carbonari che stabilisce stretti contatti coi liberali e i democratici di Spagna e di Francia. Do– po il 1830, sotto l'impulso di Giuseppe Mazzini, dalla Carboneria uscirà la «Gio– vane Europa1>che, unendo gli sforzi d'uo– mini d'Italia. di Polonia e di Germania. ce1·cherà di combinare l'idea della nazio– nalità con un vago ideale di solidarietà internazionale «principio - dirà Mazzini - indispensabile per ottenere la libertà di tutte le n'.lzioni». Superando queste id~ e princìpi nazio– nali-;tico-politici, avranno inizio le prime e più caratteristiche associazioni opera– ie delrepoca moderna. Abbandonata la cospirazione perchè se ne incominciava a vederne la sua impo– tenza, !"organizzazione fra i lavoratori entra in una fase positiva. Sul mondo spira un vento di rivolta. Il terribile, quanto grandioso anno 1848, segna il risveglio delle forze politico-so– ciali del mondo, da una parte contro la reazione. dall'altra contro la «carità» im– potente e meschina. Dalrestremo oriente agli Stati Uniti si fa più vivace la lotta per !"abolizione della schiavitù. Tn Europa, la rivolta contro gli oppressori si fa violenta: in Italia, in Un– gheria, in Irlanda e in Polonia; in Russia è imposta l'abolizione della servitù. In o– gni parte i lavoratori tendono ad unirsi per aiutare la realizzazione delle loro a– spirazioni, ancora vaghe ma già efficien– ti. Alle soglie del XIX secolo troviamo l'affermazione della grande industria, ma troviamo altresì l'inizio del movimento or. ganìzzato della classe lavoratrice al qua– le movimento prendono parte gli elementi più attivi. I primi tentativi del nascente movimento operaio sono rivolti, innanzi tutto. a risolvere i problemi che. via via. 79
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