Volontà - anno XVII - n.2 - febbraio 1964
Corporazioni non rappresentavano più un aiuto. ma un vero peso per la maggioran• za dei lavoratori, una reslrizione al pos• sibilc loro progresso. Prima che le attuali organiz1.azioni sin dacali assumessero la difesa dei lavorato• ri. in In~hiltcrra come altrove, esisteva– no le «G1tildes> (organizzazioni di mestie– re). F:sse avevano un compito importantis simo cd avevano sostenuto anche dei con• flitt.i contri i signori. Importante era sta– to il loro contributo a sostegno anche dei contadini nella loro rivolta del 1731, ma anche esse. oramai. come le Corporazio– ni in Italia. i compagnonnages in J:o"'ran– cia, davanti ai nuovi tempi. ai nuovi im- 1>egni e ai diversi compiti. non serviran– no più. L'espressione cTrade Union's> è impie– gata per la prima volta nel 1830. Sono i tessitori e i muratori del Lancashire e del Yorkshire che per i primi tentano di organizzarsi su piano nazionale, e l'Unio– ne dei tessitori di cotone è quella che su· bilo riesce ad avere un ampio sviluppo. E' in seguito alla disastrosa fine dello sciopero dei tessitori di Hyde. vicino a Manchester, verificatosi nel 1829 - scio– pero che durò più di sei mesi - che i tessitori riconoscono l'insufficienza delle loro Unioni locali per resistere alla coa– Hzione padromile. Per ovviare a questa deficienza. le società dei tessitori esisten• ti in Inghilterra, Irlanda e Scozia, indis• sero una conrerenza che si riuniva a Ra– msay (Isola di Man) nel dicembre del 1829. Ed è da questa conf"erenza che C· sce l'Unione Generale dei Tessitori dei tre paesi. Ma la lotta per arrivarci era stata du· ra. J periodi cli trapasso da un periodo storico ad un altro rondamentalmente di– ve,·so sono sempre duri perchè impongo– no gravosi sacrifici che una sola parte del popolo deve pagare. li passaggio dal sistema di produzione artigianale e do– mestic-a - lavoro fatto in casa anche se non direttamente vendJlo al consumatore - al sistema di produzione industriale <..'Onmacchine sempre più perfezionate, cd in modo fmrlicolare coll'applicazione dei motori. prima a vapore e poi, più tar• di. elettrici. avvenne quasi improvvisa· mente, s1 potrebbe dire violentemente. Occorsero meno di vent'anni perchè la macchina a motore per muovere i telai \enisse a:::,plicata. Nel 1869. Watt, ave\•a fatto brevettare la sua macchina a vapo– re e la usò per la prima \'Olla nelle mi– niere: nel 1885. essa venne introdotta nel· la filatura. I lavoratori dell'industria, ammassati nelle brutte città manilatturiere, es1>0sti agli efretti di una illimitata concorren- 7,a, mal nutriti e peggio alloggiati, man• canti di educazione e di possibilità d'a· verne. potevano trovare protezione ed aiu– to solo nelle associazioni che loro stessi e loro soli avrebbero potuto creare. Ma. prima di arrivare alla pratica realizzazio– ne di tali organismi. essi dovranno attra– versare ancora una lunga e dolorosa espe– rienza e sostenere durissime lotte. [n un primo tempo, in tutti i paesi, la macchina si è presentata agli operai non come amica disposta ad alleviar loro la fatica, ma come una terribile nemica che toglieva loro la possibilità di guadagnar• si il pane. Dove arrivava, contemporanea• mente giungeva la disoccu1>azione e l'ag– gravarsi della miseria. Nemica era quindi ed andava combattuta, come tale, con tutte le armi. Così. in alcuni paesi, so• prattutto in Inghilterra. ebbe inizio un vero e proprio movimento di rivolta ope– raia contro l'impiego delle macchine, mo– vimento che andrà sotto il nome di Luddi- 77
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