Volontà - anno XVII - n.2 - febbraio 1964

no lunghe. Più che a BruxeUes, sarà nei centri industriali periferici che sorgeran– no le prime associazioni operaie di resi– stenza. A Gand, le società dei filatori e dei tessitori di cotone rimontano al 1857, mentre quelle dei filatori e dei tessitori di lino vengono create solo nel 1865. I primi rudimenti di un movimento o– peraio appaiono in Spagna fin dal 1840. E" in Catalogna che Juan Munt ed alcuni suoi compagni si dettero ad organizzare gli operai delle industrie più importanti dei centri catalani. oltre che quelli di Barcellona. organismi che estenderanno prest'J i loro tentativi a tutto il paese. Nel 1855 gli operai catalani scenderan– no in lotta, organizzando un grandioso sciopero generale che assumerà persino aspetti di una vera ed aperta insurezzio– ne per protestare contro le brutali repres– sioni del governo: ma sarà nel 18?3. dopo l'abdicazione di re Amedeo I. che il mo– vimento operaio riceverà un grande im– pulso dalropera e dal pem,iero animatòre della Prima Internazionale, i cui principi saranno subilo accettati dalle esistenti or– ganizzazioni e rimarranno immutati, come una bandiera, sino ad oggi. Nel 1809, l'amico di Carlo Pisacane (il cospiratore napoletano che fu tra gli or– ganizzatori della famosa spedizione che doveva trovare così triste conclusione a Sapri). Giuseppe Fanelli. cx garibaldino sarà fra i primi aderenti dell'Tnternazio– nale. Il Fanelli. sotto l'influenza di Mi– c'1elc Bakunin si era posto subito ncl– rala estrema del socialismo e, sempre dietro sJggerimento dello stesso Baku– nin. si recherà in Spagna per riorga– nizzare e dare maggiore impulso alle fi– le dell"lnternazionale. Nonostante che il Fanelli conoscesse poco e male lo spagno– lo, riuscirà a portare nuovo e più grande entusiasmo fra gli aderenti al nascente 76 movimento operaio. lii l11ghilterra, forse più che in ogni al– tro paese d'Europa. le origini del movi– mento operaio rimontano lontano nella storia cd esso sarà uno dei più importan– ti per il numero dei suoi aderenti e per la coscienza che essi troveranno nel Sin– dacato come mezzo, tramite il quale la loro volontà sarà posta sJI medesimo pia– no di quella del datore <li lavoro. col qua– le potranno discutere le condizioni di la– voro senza solamente essere costretti a subirle. La rivoluzione industriale, inaugurando rera moderna della produzione meccani– ca porta ad un radicale mutamento in tutto il sistema manifatturiero e salaria– le, influendo così su tutta la politica in– dustriale e sullo Stato stesso- L'estendersi dell"industria e del commercio. il rapido e continuo aumento della popolazione ca– ratterizzano questo periodo. che segna, col nascere del capitalismo moderno. an– che quello di un vero movimento operaio organizzato. Le vecchie Corporazioni di mestiere non rispondono più alle nuove necessità. Le loro preoccupazioni, le restrizioni alle as– sunzioni di nuova mano d'opera richieste dal continuo svilupo dell'indJstria, più che aiutare soffocavano lo sviluppo del nascc-nt(' ca-:,italismo. Impedire a larghi strati di lavoratori l'accesso alle fabbri– che. al solo scopo di difendere il privile– gio dei pochi operai qualificati. associati nelle Corf)Orazioni, voleva dire costringe– re i primi a rimanere nelle condizioni di fame in cui versavano. Più ancora che rimossi. rovescia ti da capo a fondo dove– vano essere questi organismi. un tempo incaricati di difendere gli interessi di chi lavorava ed ora diventati ostacolo ad o– gni tentativo di aprire vie nuove verso condizioni di vita e di lavoro migliori. Le

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