Volontà - anno XVII - n.2 - febbraio 1964

sca. tanto limitata nelle proprie idee ed aspirazioni>. I nobili feudali della Prussia, gli Jun– ker. facevano quel che volevano dei con– tadini che non possedevano una coppia di buoi. Essi potevano annettersi persino le loro terre «sotto la coridizione di un in– dennizzo per quel qualunque diritto di possesso che potesse sussistere>, li in– gaggiavano oppure disdicevano senz'altro i loro poderi. oppure ancora approfitta– vano della ignoranza dei contadini per in– durli alla rinuncia di ogni loro eventuale diritto. Insomma, per il prezzo di un cen– lesimo o. se questo era troppo, colla sem– plice violenza. oppure con la frode. essi li riducevano ad una classe di proletari nullatenenti. liberi solo da cog11idiritto di fronte ai nobili ed i nobili da ogni do– vere verso i contadini>. L'assenza di ogni diritto fu persino sta– bilita legalmente. con il regolamento della servitù del 18IO. da parte di quel prole– tariato .. Ancora nel 1848, !'Junker Bismark de– cantava pubblicamente, come uno stato di cose ideale, che i salariati, che lavo– ravano il suo podere di Kniephof, rice– vevano provvigioni in natura - al dire dello stesso Bismark' - miserabili. oltre che ad un salario che ammontava. du– rante l'estate, per l'uomo a <IOpfennig e per la donna a 30. e, durante l'inverno. per l'uomo a 30 e per la donna a 20: in compenso. però, durante un anno doveva– no lavorare gratuitamente. gli uomini 156 giorni e le donne 26. La miseria era talmente grande, che anche in Germania come in Inghilterra ed in Francia. l'inlroduzione della mac– china ebbe ripercussioni terribili sulle gil\ gravi condizioni elci lavoratori. tanto che. in alcuni centri come ad Aquisgrana e ad Eupen. proprio come nel Lancashire in Inghilterra. i disoccupati distrussero macchine e fabbriche di macchine, e i sarti inscenarono manifestazioni contro le concorrenza della macchina da cucire. Quando l'industrializzazione però riuscì a prendere l'avvio. nel giro di un quaran– tennio. la grande industria vi si stabilì con una potenza non raggiunta in alcun altro paese di Europa. A questa rapida ri– voluzione corri<;pose anche una ra1>ida e profonda trasformazione corporativa che raggiunse risultati numerici veramente imponenti e la formazione dei primi «Bil– dunoverein> (Associazione operaie di cul– tura). che saranno i genni delle prime associazioni operaie le quali, sviluppan– dosi, nel 1868, daranno luogo ai primi Congressi generali di azione sindacale. Net Belgio, i resti delle antiche Guide, a carattere religiosa. resistettero sino ai primi del XIX secolo, e d'allora. le orga– nizzazioni a carattere mutualistico cerca– rono di sostituirle. Sulle dieci società che funzionavano a Gand nel 1891.otto erano di formazione anteriore al 1835e, fra es– se. quelle dei calzolai. dei falegnami. dei sarti. La maggior parte delle città delle Fiandre, come a Tornuhout e Bruges, possedevano. già da lungo tempo. socie– tà solidaristiche che assicuravano ai com pagni del mestiere soccorsi in caso di malattia. Come altrove, anche nel Bel– gio, dagli organismi di mutualità sorge– ranno quelli della «resistenza> e le prime organizzazioni di carattere difensivo sa– ranno le società per il calmiere dei prez– zi. Questi nuovi organismi non si pro ponevano più di aiutare semplicemente i compi\gni lavoratori a superare le vi– cissitudini dell'esistenza e delle eventua– lità che non dipendono sempre dalla vo– lonti) umana, ma si impegnavano a lotta– re contro il padronato, rivendicando sa– lari più elevati e giornate di lavoro me- 75

RkJQdWJsaXNoZXIy