Volontà - anno XVII - n.2 - febbraio 1964

si ~i sovrappongono a quelli puramente morali ed a quelli nazionali. TI non capi• re questo voleva dire essere tagliati fuo– ri dal centro delle aspirazioni delle gran– di masse del popolo. Mazzini cd i sosteni– tori delle sue idee. davanti al fenomeno del formarsi delle classi non cercavano di capirlo. ma si accontentavano di negar– lo. non pensavano alla possibilità di su– perarlo per arrivare all'umano. si acca– nh ano nella negazione. Per loro, essere operaio voleva dire ..,emplicemcnte occu– pare un ramo speciale. un genere di la– voro, una applicazione determinata del– l'altività ummm e di una certa funzione nella società, non altro. «Diciamo operaio, arrermeranno -. come diciamo avvo– cato. mercante. chirurgo, ingegnere. Tra codl!ste occupazioni non corre divario al– cuno quanto ai diritti ed ai doveri dei cittadini. Ognuna d'esse dà soddisfaci– mento a u,1 bisogno. tutte sono più o me– no essenziali allo sviluppo comune>. Questo modo cti ,•edere e di porre il problema dei lavoratori err: in netto con– trast'> con quello dei primi socialisti, che più tardi si riuniranno nelle file della J. fnternazionale e che. per mezzo della pen– na cli Michele lhkunin. si scontreranno col :\lazzini e con i suoi sostenitori. For– te era il contra'itO tra le due tendenze. Dc-1 re5lo, bastavi\ vedere le diverse con– di:do!'li di lavoro. rli guadagno e di vita de!!li uni e degli altri. degli operai e de– gli Hvocati. degli ingegneri e del manua· le per capire quanto rosse profondamente diversa la situnzione. 1 medici, gli inge– gneri. gli avvocati. ecc. avevano avuto condiziom di p;utenza ben migliori. Ave– vano pot :to studiare con tranquillità e man~iare sempre a sufficienza. mentre gli altri, gli o)erai, avevano sempre. dal– la primissima giovinezza penato duramen– te solo per poter avere un tozzo di pane. Le condizioni di vita e di lavoro erano in ogni paese sempre Jure. In Inghilter– ra. il susseguirsi delle crisi economiche aveva ridotto alla fame quei lavoratori. Nel 1815.una prima crisi scuoterà il mer– cato inglese e gclterà molti operai sul lastrico. provocando dei moti con la di– struzione di macchine. Nel 1818 un ll'Jovo malessere commerciale e seguito da nuo– vi disordini economici. Nel 1825 ha luogo una nuova crisi. più grave delle prece– denti. 1n Francia, nel 1828. in occasione di una inchies~ s-.ill'industria del cotone, i padroni degli opifici d1 Miilhouse dichia– no «che la nuova gerierazione si irrita per lavorare da 18 a 15 ore al giorno. Il «Bulletin de la Société lndustrielle• de Miilhouse dello stesso anno conferma che in A/s3zia. fra L'altro la giornata Lavora– tiva è in generale dalle 15 alle sedici ore e a volte si protrae fino a diciotto> (1). La macchina aveva gia preso il posto di molti lavoratori e li obbligava alla di– SOCC"upazione . per conseguenza. alla mi– seria più nera. La macchina svolgendo i lavori più gravosi. prima sostenuti dagli uomini. permette ~i padroni un più lar– go impiego di mano d'opera meno costo– sa. quella delle donne e d'<!ibambini. Le statistiche im(le:;i ci dicono che, su 420 mila tessitori che lavorano in fabbrica 2'12 mila soltanto sono uomini, 80 mila bambini al di sotto di 18 anni, cd il resto 00 mili\ donne. Ragazzi. dai 5 ai sei anni. e. persino bambini dai 3 ai 't anni erano costretti n lunghe giornate di lavoro. li lavoro dei bambini era talmente diffuso. non solo in Inghilterra. ma anche in Francia. che fu necessaria una lcg~e. pubblicata nel 1841, per vietare l'impiego dei minori dì (I) lllstolre des doc1rlnes Eeonomlquu • di Gh. Gidc cl Ch Risi. (Paris ed. Rccueil Sirey, 1947, p:ig. 193), 73

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