Volontà - anno XVII - n.2 - febbraio 1964
rendeva gli operai tutti uguali fra loro, ma isolati di fronte all'organizzazione ge• nerale, mentre nasceva una coscienza di classe, la coscienza dei comuni interessi. Dal giorno in cui gli operai si son tro– vati riuniti in grande numero nel mede– simo locale di lavoro, invece di lavorare a domicilio. come ai tempi della industria rurale, dei sentimenti nuovi erano sorti. Riuniti nelle medesime olficine. gli ope– rai hanno sentito le medesime sofferen• ze, provate le medesime reazioni. cono– sciuti gli stessi bisogni ed acquistato il sentimento della solidat·ietà dei loro comu– ni interessi al di là dei conflitti indivi– du,iii o di specialità a specialità ed una medesima rivolta contro le condizioni del– la loro esistenza venne ad unire degli es– seri umani che sopportavano gli stessi mali- [ vecchi antagonismi corporativisti– ci e di mestiere stanno per essere sconta– ti e superati, e tutti i lavoratori messi in presenza di un medesimo destino. Più che mai, la nuova situazione fa sen tir loro la nf'cessità di cercare e trovare nuovi vincoli per una maggiore fattiva e reciproca solidarietà. Di qui. spintivi dal– le necessità di riempire il vuoto lasciato dalle Corporazioni. si formano le prime, molto timide Società Operaie di Mutuo Soccorso. Sono le prime ot·ganizzazioni operaie sor te per la difesa dei lavoratori in caso di bisogno e di lotta, do:,)() il tramonto delle Corporazioni. Queste società hanno primi– tivamente !m carattere assistenziale. 1 singoli soci versano una quota mensile e questa dà loro diritto all'assi'itenza in ca– so di malattia e di disoccupazione ed al- 1 'aiuto alle vedove in caso di morte del capo famiglia. Inizialmente esse riunisco– no nel loro seno tutti: padroni e lavorato– ri. Anzi. per poter avere qualche mag– giore beneficio. si cercano anche dei so 72 ci «onorari» o «benemeriti-. che, pagando una quota maggiore. ricevono. in cambio, «!"onore d"essere soci» della società. a ti– tolo di benefattori. Ancora nel 1860. ad esempio, al Con– gresso della «Associazione Generale di Mutuo Soccorso degli operai di Milanoto - che pretendeva essere l'organismo che controllava tutto il movimento mutualisti– co della importante città italiana - si ap– provava uno Statuto nel quale si stabili– va c:1e potevano essere ammessi «come soci effettivi, .~enw. diritto di sussidio, quanti onesti cittadini vogliono prendervi parte che, con l'opera e con gli studi si so~o occ!lpati degli interessi operai». Con tali preoccupazioni e in tali condizioni si comprende anche percht"' si eleggessero a soci «onorari> grandi personalità e pezzi grossi del luogo dove veniva creata una nuova società e perchè questi accettas– sero di versare. di tanto in tanto. qual– che contributo senza ricevere in cambio che cl"influenza che poteva esercitare su tale organismo», e non era poco. Ma questa fu anche una delle ragioni che portarono a non pochi malintesi e a rendere difficile la presa di coscienza degli operai organizzati e a far sorgere i primi contrasti. Giuseppe Mazzini, il noto grande agitatore politico italiano. che per <liversi anni fu. in Italia l'ani– matore degli organismi mutualistici. in– tendeva dare loro solo un compito educa– tivo. al contrario dei suoi oppositori socia– !isti che affermavano invece essere il loro compito essenzialmente economico, perchè era quello che prevaleva. Il Mazzini non aveva afferrato che, più di qualsiasi altra cosa. sono gli urti d'in– teresse quelli che prevalgono, che com• muovono e muovono le grandi collettivi– tà. Ed inevitabilmente e nella misura che i problemi economico-sociali premono. es-
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