Volontà - anno XVII - n.1 - gennaio 1964
Che il «centro-sinistra» riveli pure una sorta d'inquietudine dei gruppi dominanti, non è del tutto negato. Tali gruppi oscillano tra la tentazione di un regime alquanto liberale, ma completamente avverso ad ogni «comunismo», e la possibilità di un socialismo «democratico» per non inimicarsi del tutto le masse lavoratrici (in quanto comprendono bene che non è più possibile adot– tc1re sistemi medioevali). Avendo, come abbiamo accenuato, qualche modello straniero, un simile socialismo non si presenterebbe del tulto impossibile. Inol– tre, una volta affermatosi su di una base di benessere sostanzialmente simile a quello dei popoli più evoluti, finirebbe con lo sgretolare, del tutto, il notevole «comunismo» nostrano, il quale, secondo il pensiero liberale, ha più una so– stanza di superficie che di profondità; e lo dimostrerebbe il fatto che in quei paesi ove l'economia e la politica sono in prevalenza liberali, il comunismo non attecchisce. Solo una frazione cli tali gruppi dominanti, e per il momento priva d'importanza, sarebbe decisa per una nuova dittatura cli estrema destra. E' naturale ~ anche se certe .condi-zioni o certi compromessi sono im– posti più dalla pressione degli eventi in quanto tali, che da una sincera volontà degli uomini - è naturale, diciamo, che tutto l'operare politico non può essere costantemente e interamente impregnato cli mala fede. E non perchè la politi– ca, come taic, si senta veramente imbevuta di magnanimità o di spirito etico, ma per il fatto che una costante e totale malafede, in tutte le sue azioni, impe– direbbe lo svolgimento, in quanto principio di dominio, della sua stessa esi– stl:'nza nella storia. Comunque, trattandosi, in ultima analisi. di un eterno conflitto d'interessi o di urto tra diversi sistemi di dominio, a noi interessano molto di più le cause sostanziali che stanno alla base cli simili conflitti, piuttosto che i discorsi o le promesse più o meno sincere. Che qualcosa di serio e di razionale esista nella politica economica. sia di destra come di sinistra, (includendo ora l'operare politico-economico dell'intero pianeta) obiettivamente non si può negarlo. Quello che mai accetteremo è il concetto che l'economia sarà prospera solo se vorrà seguire una data direzione politica o ideologica. L'economia, nei suoi fonda– menti naturali e sociali, è un prodigioso rapporto uomo-natura; e, come tale, ha le sue leggi, non politiche, ma puramente scientifiche e razionali. In senso assoluto non esistono economie di «destra» o di «sinistra», ma solo econo– mie razionali e irrazionali; oppur(;, in termini più comuni, economie buone o cattive. Questo comincia ad essere compreso da più cli qualche studioso in ma– teria e, naturalmente, eia quelli meno portali ad essere soggiogati dal verbalismo
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