Volontà - anno XVII - n.1 - gennaio 1964

ro « stocks » nucleari, giacchè esso è una misura di cautela da parte delle grandi potenze atomiche per evitare di essere raggiunte o sor– passate. Comunque, quest'utlimo allo della «coesistenza» dice agli uomini di buona t>olontà che essi hanno la possibilità di inserire fi– duciosamente, in questa (< sospensione temporanea)> di esperimenti atomici, le loro campagne di propaganda pacifista, l'uso di mezzi e si– stemi atti a bloccare completamente la (< tregua)) su posizioni ferme, la loro lotta per il disarmo completo, frenando anche i « ricatti atomi– ci>> delle piccole potenze in foja di allineamento e procedendo allo smantellame1110 di basi militari e rafforzando e propagando l'obbie– zione di coscienza: in una parola, gli uomini hanno possibilità di fare quanto è necessario per ridurre al massimo - giacchè non pensiamo si possa giungere, in breve tempo, all'eliminazione completa - la ca– rica micidiale delle armi atomiche e convenzionali e delle coscienze ammalate di patriottismi e di guerre. Altro avvenimento, del 1963, degno di essere menzionato, è il Concilio Ecumenico Vaticano li, giacchè, al di fuori e al di sopra degli incensi e dei ceri, della propaganda artificiosa e degli orpelli in similoro, esso dimostra che la vita della Chiesa cat10lica attraversa un periodo assai drammatico. In questa convocazione di alti prelati c'è, oltre che u11appuntamento in Vaticano ed una dimostrazione di unità delle alte sfere ecclesiastiche, il dramma di chi, sino ad oggi, ha potuto sopravvivere sull'assurda pretesa dell'immutabilità di alcu– ni « valori 1,, che l'etica di due millenni addietro aveva mitizzato e co11tro i quali la critica roditrice del libero pensiero, lenta ma co– stante, aveva portato la sua loita, unitamente al progresso della scienza. Col Concilio ha ammesso implicitamente che i « valori » sui quali la Chiesa cattolica aveva costruito la sua massiccia impalcatura sono diventati anacronistici più di quanto non appaia all'occhio di coloro che vedono in essa soltanto la facciata solenne, l'organizzazione capillare, la ricchezza corruttrice, l'influenza politica, il predominio nei molti settori della l'ita pubblica e di determinati territori. Il de– funto Giovanni XX/11, col Concilio, ha voluto salvare ancora qualcu– no di quei «valori)), ha cercato cioè di mantenere ferme alcune tradi– zionali posizioni e, nello stesso tempo, di apparire allineato al nuovo spirito dei tempi; ha tentato, in parole povere, di limitare l'inevitabile fratlura tra la vecchia, irrazionale e trascendente visione del mondo, postulata dalla Chiesa, e la nuova visione che, dinamica ed immanen– te, si è affacciata in questo nostro secolo. E Paolo VI il successore, ha dovuto piegarsi alla stessa necessità storica, se sta portando le

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