Volontà - anno XVII - n.1 - gennaio 1964
Quando alcuni com1>agni, rispondendo al secondo qucsi10, fanno nomi di contt:mporanei (Ber::·:1nd Russe!, Martin Buber, e Ignazio per citare i più co– nosciuti), non rispondono -;trt::llamente al quesito «Quali sono le influenze del– l'anarchismo?». Gli anzidetti Pt'nsatori - le cui opc1·e possono in gcnenlie, essere sottoscritte da un :marchico - sono andati costruendo il loro pensiero ;;mtistatalc (o, sc si vuok, che riduce al minimo le funzioni dello Stato), di so– lidarietà e d1 particolare int('rt!Ssc vt:rso l'essere um::ino. al margine, a volte, delle opere che ci lasciarono i nostri teorici; cd è avvenuto soltanto dopo, a pt:nsil:ro già definito, che essi siano entrati a contatto con i nostri. Quando ciò è avvenuto, essi si sono dimostrati abbastanza onesti ~d obbiettivi, nei riferi– menti e nelle eventuali adesioni ::alle posizioni dei nostri teorici, ma mante– nendo sempre una ~1ssoluta indiffc1·cn,m vc1·so le organi;,.z..izioni anarchiche co– stituite, le quali sono dr:! tutto ignorate. La stessa cosa può dirsi pe,· le realizzazioni sociali che gli anarchici guar– dano con simpatia, come il Gramdan di Vinoba Bhave in India o i K.ibbutrim in Jsraclc: sono realiuazioni genuinamente libertarie, ma è e1Talo sostenere che esse siano influenzate dall'anarchismo. Se s1 fosse messo a punto, nel modo come ho de.to più wpra, il quesito, allora il kibbutz e il gramdan, per la loro negazione dello Stato. per lo spirito di solid:trietà .:i. cui sono ispirate le loro norme, e per l'importanza in cui è tenuta la persona umana, potevano essere ben menzionati. Da quanto ho dello fin qui si rilc.!va che, oltre all'anarchismo organizzato (più o meno militante) nelle diverse organizzazioni dei va1:i paesi americani ed curoasiatici, esiste, fortunatamente, ndl'uomo un sentimento che lotta per scuotere l'autorità dello Stato, che invita alla fraternità tra gli uomini. che ha come scopo il ri'ipctto um:mo. Porlavoci di questo sentimento sono appunto gli autori menzionati, Frnmm Camus, Buber, Silonc, Russcl, Mumford, 0:1nilo Dolci, Vinoba Bhave, A. D. Gordon, Mannheirn ed anche Sartre, i quali tulli di,;;pongono di un uditorio più estc~o del nostro e che si ballano, a loro modo, in favore della libertà nella quotidiana lotta ingaggiata contro l'autoritarismo. Malgrado il pericoloso sviluppo del Superstato e pur riconoscendo la scar– sa inflw.:nza dell'anarchismo organizzato sulle masse e sul pensiero attuale, i prlncìpi che ispirano l'anarchismo non sono in decadenza e continuano ad influenzare l'inquieta gioventù ed il pensatore non :mcora affrancato. Ou!.!sto compito, come sappiamo, tutta\>b, non <;ta in noi ed in c10 poggia la difforenza di situazione tra il mondo attuale e quello del secolo passato. Allora l'anarchismo non lo «crearono» Proudhon, Rakunin e Kropotkin, i quali cbbt!ro la capacità di utilizzare quei sentimenti - innati nell'essere u– mano, di libertà, solidarietà e giustizia, difesi da sempre da individualità e da collettività ribelli - e di dare ad essi una struttura organica. Attualmente l'a– narchismo organizzato permette che altri utilizzi questi stessi sentimenti e che, pc1· usare una espressione di Whitman, altri abbia la disponibilità di «va- 24
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