Volontà - anno XVII - n.1 - gennaio 1964

proprio pensiero e dei propri sentimcn. ti, è ancora \loler giungere al non es· sere; questa indipendenza tanto pre– dicata dagli idealisti e dai metafisici e la libertà indi\liduale concepita in questo senso - è dunque il nulb. Nella natura come nella socie!~ u• mana, che non è altro che questa ste~• sa natura, tutto quanto \live non vive che alla condizione d'intervenire nel modo il pili positivo, e quanto più po-– tentemente lo permette la natur:1, nel• la vita altrui. L'abolizione di l 1 ut•sta to universale, sognata dai popoli con– quistatori e dai pit, grandi despoti del mondo, storicamente si è dimo– strnta impossibile. Chi dice Stato dice necessariamente parecchi Stati opp,·cs– sori e sfruttatori all'interno, conquista. tori più o meno osrilì all'esterno, -di– ce negazione dell'umanità. Lo Stato universale, oppure Stato popolare di cui parlano i comunisti tedeschi, non può dunque significare che una cosa: l'abolizione dello Stato. L'Associazione Internazionale dei La. mutua influenza sarebbe quindi la ,·oratori non avrebbe alcun ~cnso se morte. E, quando noi rivendich!ar:10 la libertà delle masse, non pretenclia· mo abolire nessuna delle influenze na· turali d'un individuo o cli un gruppo cli individui qualsiasi, che esercitano la loro azione su di esse; ciò che noi vogliamo è l'abolizione delle influenze artificiali, privilegiate, legali, ufficiali. Se la Chiesa e lo Stato potessero CS· sere delle istituzioni private ne sarem• mo certo gli avversari, ma non prole• stercmmo contro il loro diritto d'esi– ste1·e. Ma noi protestiamo contro l'una e l'allro, perchè, pur essendo, senza dubbio, delle istituzionj private nel senso che non esistono che per J'inte· resse particolare delle classi privilegia– te, esse si servono nondimeno della forza collettiva delle masse organizza• appunto per imporsi autoritariamen– te, ufficialmente, violentemente alle masse. Se l'lnlernazionalc potesse or• ganizz,irsi in Stato, ne diventeremmo i nemici più accaniti, dopo esscme sta· ti i partigiani convinti e appassionati. Ma css,1 non può appunto organiz– zarsi in Staro; non lo può anzitutto perchè abolisce, come i'indica suffi• cientcmcnte il suo nome, tutte le fron– tiere, e non esiste Stato senza fron– tiere, gi;;Kchè la ralizzazione dello Sta· non tendesse invincibilmente all'aboli– zione dello Stato. Essa organizza le masse popolari per giungere a questa distruzione. E come le organizza? Non dall'alto al basso, imponendo alla di– versità sociale prodotta alla vita na· lurnle delle masse, un'unità e un ordi– ne fittizio, come fanno gli Stati, ma, invece. dal basso all'alto, prendendo pc1· punto di partenza l'esistenza socia. le delle m,1sse, le loro aspirazioni rea– li, spingendole, aiutandole ad aggrup– parsi, ad armonizzarsi, cd a equilibrar– si conformemente a questa diversità naturale cl'occupazioni e di situazioni. Ma perchè l'lntcmazionalè, così or– ganizzata dal basso all'alto, diventi una forza reale, una potenza ~eria, biso– gna che ogni membro in ogni sezione si compenetri dei princìpi dell'Interna• zionalc di p!,'> di quanto non abbia ratto sino ad oggi. A questa condizio– ne soltanto potrà in tempo di pace e di calma compiere efficacemente la missione di propagandista e d'aposto· lo ed in tempo cli lotte quello di un vero ri,,oluzionario. Noi, parl:rndo dei prindpi dell'Inter- 17

RkJQdWJsaXNoZXIy