Volontà - anno XVII - n.1 - gennaio 1964
nazionale ~ulle masse si distingL,e sem– pre da tutti i governi e dalla ::izionc cli 1utti gli Stati, per la sua prvpric-tà i•ssenziale di non essere che l'azione naturale, non ufficiale, d'una !:>Cmplicc 1,,pinione, all'infuori di ogni autorità. C'è tra potenza dello Stato e quclJ;i ddl'lnternazionale la sll'ssa d1ffcren✓a che C'>isle 1ra l'azione ufficiale dello Stato e J'a1.io1w natui-alc di un club. L'Internazionale non ha e non avrà mai che una grande potenn1 d'opinione e non S~H-à mai che l'organiZlazionc del• l'.izionc naturale degli individui ':>Ulk masse, mentre lo Stato e tulle le sue h,tituzioni (La Chiesa, l'Università, i tribunali, le burocrazie, la fìnanz..i, la politica e l'esercito), senza tra<,curan: di corrompere per quanto è possibile l'opinione e la volontà dei suddi1i dei lo Staio, all'infuori anche di questa opinione e di questa volontà e ben so– vente contro di esse, reclamano lo. lo– ro obbedienza passiva, senza dubbio nella misura, sempre assai elast;ca, ri– conosciuta e determinala dalle Je-ggi. Lo Stato è autorità, la dominazione e la potenza organizzata delle :.:lassi possidenti e pretese illuminate !sulle masse: l'Internazionale è la liberazion..::: delle masse. Lo Stato non volendo e non potendo volere mai altro che la servitù delle masse, fa appello alla lo– ro sottomissione. L'lntcrnazionaì~. non volendo altro che la loro comoleta iì– bertà, fa appello alla loro riv~lta. Ma per rendere questa rivolta css"1 rure potente e capace cli rovesciare la <lmni– nazione dello Stato e delle classi privi– legiate unicamente rappresentate dallo Stato, l'Internazionale deve organ;uar– si. Per raggiungere questo scopo ir.1pic· ga due mezzi, i quali, dato pure che non fos~ero sempre legali - la J,-g:liità 16 in tutti i par..:si, non essendo alti-o iJ più delle volte che la consacraLione giuridica del privilegio, ossia della in giustiLia - sono, dal punto di vista del diri110 umano. legittimi tanto l'uno quanto l'altro. Questi due mezzi sono prima la p1 opaganda dclh: proprie idee, e, poi, l'organiaazionc naturak della ;vionc dei suoi membri sulle mas~c. A chiunque prctcn<lcssc che un'aLio– nc co<,1organiuata è ancora un atten• iato alla libertà delle masse, un tenta• tivo di creare una nuova potenza auto– ritaria, risponderemo che non è che un sofista o uno sciocco. Tanto peggio per coloro che ignorano la legge natu– rale e !';OCialedella solidarietà umana, al punto da immaginarsi che la mutLm indipendenza assoluta degli individui e delle masse sia una cosa possibile, od anche desiderabile. Desiderr.:-:a è volere l'annie:-:tamento della società, perchè tutta la vita sociale è fatta di questa dipendenza reciproca e conti– nua degli individui e delle masse. O– gni individuo, anche il più intelligente. il più forte, e soprattullo gli inle\ligen. ti e i forti ne sono ad ogni istante della loro vita i produttori cd i prodot– ti ad un tempo. La libertà stessa di ogni individuo è la risultante sempre nuo– vamente riprodotta di questa massa di influenze materiali, intellettuali e mo– rali, esercitata su cli lui da lutti gli in– dividui che lo circondano, dalla socie• tà in mezzo a cui vive, si sviluppa e muore. Volere sfuggire a questa in– fluenza, in nome d'una libertà trascen– dentale, divina, assoluiamentc egoista e che basta se stessa, è tendere al non essere; voler rinunciare ad esercitarla su altri, significa rinunciélre ad ogni a– zione sociale, all'espressione stessa di::I
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