Volontà - anno XVII - n.1 - gennaio 1964

ruffapopoli politico. Si può dire anco– ra che il bisogno di una livoluzione economica e sociale è oggi vivamente sentito dalle moltitudini popolari d'Europa, giacchè se l'istinto delle moltitudini non si fosse in modo tan– to chiaro, profondo e risoluto manife– stato così appunto, nessun socialista al mondo, fosse uomo pure della più grande capacità, avrebbe bastato a sollevarle. I popoli sono pronti; essi soffrono molto; e, ciò che più vale, cominciano a comprendere, che non sono niente affatto obbligati a soffrire; e, stanchi di volgere le loro aspirazioni al cielo, non sono disposti a mostrare molta pazienza sulla terra. Le moltitudini, in una parola, indipendentemente da ogni propaganda, sono diventate sinceramen te socialiste. La simpatia universale e profonda, che il Comune di Parigi de– stò nel proletariato di tutti i paesi, r.'è una prova. Le masse sono la forza o per lo me– no l'elemento essenziale di ogni forza; di che mancano quindi per rove~darc un'ordine di cose che detestano? Man– cano di due cose: l'organizzazione e la scienza, due cose che precisamente costituiscono oggi e hanno sempre co– stituito la potenza di tutti i governi. Dunque J'organizzazione, prim~, çhe, d'altra parte non può stabilirsi senza il concorso della scienza. Grazie alla organizzazione militare, un battaglio– ne, mille uomini armati, possono te– nere e tengono effettivamente sotto– messi un milione d'individui pure ar– mati, ma disorganizzati. Grazie all'or· ganizzazione burocratica, lo Stato con alcune centinaia di migliaia d'impiega– ti domina dei paesi immensi. Quindi per creare una forza popolare capace di schiacciare la forza politica e civile dello Stato, bisogna organizzare il pro– letariato. E' appunto ciò che fa l'Associazione Internazionale dei Lavoratori, e il gior– no in cui avrà ricevuto e organizzato nel suo seno la metà, il terzo, il quar– to, o solamente la decima parte del proletariato d'Europa, lo Stato, gli Stati d'Europa avranno cessato d'esi– stere. L'organizzazione dell'lntcrnazio– nale, avendo per scop 0 non la crea:do– ne di Stati o di dispotismi nuovi, ma la distruzione radicale di tutte le do– minazioni particolari, deve avere un carattere essenzialmente differente dal– l'organizzazione degli Stati. Tanto più questa è autoritaria, artificiale e vio– lenta, straniera e ostile agli sviluppi naturali degli interessi e degli istinti popolari; quanto più l'organizzazione dell'Internazionale deve essere libera, naturale e conforme in tutti i punti a questi interessi e a questi istinti. Ma qual'è l'organizzazione naturale delle masse? E' quella fondata sulle ctc,cr• minazioni differenti della loro vi~a rea– le, quotidiana, dalle differenti spl·cie di lavoro, è l'organizzazione in c-?rpi di mestieri. Dal momento che tutte le industrie saranno rappresentate nella fnternazionalc senza escluderne le dif– ferenti aziende agricole, la sua orga– ninazione, l'cqanizzazionc drllc nias· se popolari sarà compiuta. Ci si potrà obbiettare che qu1?sta ma– niera di organizzare l'influenz:t dt Ila lnternazionale sulle masse popolui pa– re tenda a stabilire, sulle rovine d,·lle vecchie autorità e dei governi c:-;isten- 1-, un sistema d'autorità e un gcvcr– n0 nuovo. Ma non è che un grande errore. L'azione organizzata dall'Tnr.er- 15

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