Volontà - anno XVII - n.1 - gennaio 1964
limitato, quasi di pura sicurezza circa il suo capitale investito; e che il profitto netto dell'azienda venga sempre più incanalato nello sviluppo e nei migliora– menti della produzione, e quindi nella riduzione dei prezzi di vendita. Lo scopo che si può intravvedere, almeno intenzionale, nella parte un po' seria e un po' sincera delle manipolazioni politiche ed economiche, è quello cli far convergere gli sforzi in modo che dal conflitto ne escano abbastanza soddisfatti tanto i lavoratori quanto i padroni dei mezzi di produzione. Il problema, come tale, non sarebbe impossibile se non esistesse il concetto - radicatissimo anche nelle mentalità socialiste - che il lavoro non può sentirsi mai sicuro se alle proprie spalle non ha costantemente un esercito pronto a «difenderlo»; come se il lavoro, in sè, non fosse già una sicurezza vitale per eccellenza e per tutta la civiltà. (D'altronde, e in primo luogo, bisogna mettersi bene in testa che gli eserciti più che per difendersi dall'« esterno». servono alle classi dominanti per difendersi principalmente dal!'« interno»). Gli eserciti fini– scono sempre col danneggiare anche la più solida delle economie, oppure, in senso ironico, possono essere grandi produttori di lavoro, per la ragione stessa dei loro fini, che sono appunto quelli di distruggere immense ricchezze. E \a conseguenza più immediata di tu1to questo è il costante rincaro della vita, quella cronica sperequazione tra la reale potenza d'acquisto dei salari e il costo effettivo dei consumi; propria di ogni epoca, che nemmeno le economie capita• liste più evolute, e, d'altra parte, nemmeno le più rigide economie di stampo comunista, sono in grado di debellare; poichè una parie enorme del plus-valore di tutto il mondo (2), non serve per un effettivo benessere di tutta la società, ma per creare armi sempre pii1 numerose e sempre più potenti. Il « socialismo democrntico » sostiene che la potenza d'acquisto delle classi lavoratrici non deve mai perdere di quota, anzi, decisamente aumenta1·e; e che, inoltre, lo Stato deve essere il benefattore di tulti e non di una sola classe. Questo lo sostiene anche un capitalismo liberale, e d'altronde anche lo stesso comunismo; in quanto il mercato è la vita assoluta di qualsiasi economia; anzi, possiamo affermare che è la legge capitale dalla quale è governato tutto il mondo economico. E' dunque errato sostenere che il socialismo abbia una concezione dello Stato del tutto opposta a quella concepita dal capitalismo. Variano, se mai, le forme o i sistemi. Perchè, dunque, i democristiani di destra strillano per il 10 (2) In lire italiane - secontlo calcoli approssimmivi, poichè le ci/re reali non si savrmmo mai - intomo ai centomilamiliardi di lire annui ...
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