Volontà - anno XVI- n.12 - dicembre 1963

ni, per cui o prima o poi gli stessi ca– pitalis1i si accorgeranno che il capitali• smo è anche con1ro di loro, esposti co– me sono continuamenle al pubblico ranco– re, che spesso, per di più, si estrinseca in rapprcs.iglic fuori legge: furti, rapine, sabotaggi, sequestri di persona, omicidi e via di seguito). Potrebbe allora apparire attendibile da questi pochi esempi - fra altri milioni di esempi disponibili in proposito - che per instaurare un adeguato equilibrio nel• la società, sia proprio il caso di esami– nare a fondo l'ipotesi di un ordinamen– to comunitario. La qual cosa è forse come dire che mentre un tale ordinamento potrebbe es· sere più o meno vicino all'ideale, l'odier– no sistema sarebbe in grave condizione d'inferiorità e tanto anche da poter con– fermare una volta di più che il capita• lismo, lungi dall'essere una meta degna dell'umanità, è solamente una delle tan• le miserabili fasi della storia umana. Adesso richiamando un po' alcuni dei principi finora enunciati: e cioè, che il mondo fatalmente marcia verso l'unità: che bisogna considerare il mondo come se fosse un'azienda comunitaria, a sua volta ripartita in comunità fondamenta• li !òtOIIO forma di •città-azienda• o • cit• là-giardino•. la qual cosa pennellerà di l'Crificare dettagliatamente i dissesti so– ciali del nostro tempo (di cui già abbia– mo innumerevoli prove generiche), e cosl pa<;sare dalla gcncrlcllb alla speclrkazlo• Oramai, essendo noi rassegnati a tali dissesti non li alVertiamo quasi più, tan– to ne siamo divenuti insensiblii, cosl co– me ai combattenti non fanno impressione gli orrori di un campo di battaglia. Ben altro invece è vedere gli orrori so– ciali uno per uno, od almeno a gruppi, 730 e non solo in confronto con un nuovo tipo di società ma anche cercando di va• lutarne il costo a carico di ciascun citta• dino della società mondiale, sia pure sol– tanto in danaro, ovvero a prescindere da altri clementi, come possono essere le sof– rcrenzc, i sacrifici che una situazione può comportare, e che certo non sarebbe pos– sibile valutare economicamente. Non dimentichiamo poi la dottrina del solidarismo per cui, anche in rapporto alla Costituzione della Repubblica Italia• na, abbiamo affermato non solo il diril• 10 ma soprattutto l'obbligo del lavoro per tutti i cittadini. La disoccupazione ad esempio è un dis– sesto, una lacuna, che mette senz'altro la nostra società in condizioni d'inferiorità rispetto ad un'organizzazione sociale in cui questa anormalità non esiste. Immaginiamo ora una repubblica uni– versale (3) incaricata di assumere l'am– ministraz.ione del mondo. Come in ogni a/.ienda, uno dei primi aui amministrativi sarebbe la compil:nio– ne dell'inventario di consegna: ciò che in questo caso sarebbe la consegna ... di U· na società in sfaccio. Ma beninteso, lma società in sfaccio <;Oltanto per difcllo di organizzazione e non giammai per il valore della materia amministrabile, poichè questa, anche in lali condizioni, resterebbe pur sempre u– na ricchezza irrmcnsa. Infatti basta pen– sare che, mentre 0igi siamo poco più di 3 miliardi di abi1anti, la capacità di po– polamento del mondo potrebbe essere, (l) Per eufemia, im·ecc di dire • repubbllca uni\·ersale • si potrebbe ìnsisten: su termini gifl usati, come • :unmlnistr.izione • o • ar.iendn• mondiale •· ma la sostanr.a non cambierebbe. Che la pubblic:i amministrazione - la quale è insopprimibile - si ehinmi Stato o altro, non dovrebbe a\•crc import:mza. I.o Stato non si giu• dica dalle sue denomlna:z.loni bensl dai risultaU della sua azione.

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