Volontà - anno XVI- n.12 - dicembre 1963

vaticaneschi, aveva saputo che era sta– ta stampata segretamente in una grot– ta vicino Napoli, si irritò ancor più fortemente quando vide la dedica al Magnifico, con una figlia del quale a– veva fatto fidanzare uno dei suoi figli poco tempo prima. Capì di non avere le mani libere come avrebbe voluto, ma, malgrado tutto e forse con l'inti– mo pensiero di non voler agire con estrema rigidezza, lo fece citare lo stesso davanti a un Tribunale Jnquisi– storiale perchè rispondesse dei delitti di ribellione e di spergiuro. Quando poi seppe che era partito alla chetichel la da Roma alla volta di Parigi. inviò immediatamente ordini a destra e a sinistra, ai vescovi e ai principi cristia– ni. perchè lo arrestassero. E poichè al Vaticano si dubitava che Pico, invece di aver preso la strada di Parigi, si fosse diretto verso la Spagna, indirizzò un • breve • a quei campioni di bigot– tismo che erano Ferdinando ed Isa– bella la Cattolica, pregandoli (mi do– mando cosa ci fosse tanto da prega– re con questi Reali che si facevano solo gloria di incarcerare i miscreden– ti) di arrestarlo. Pico, che già aveva attraversalo le Alpi, ru arrestato, all'inizio del 1488, non lonlano da Lione, nel Delfinato, per ordine di quel!'« onesto• uomo che era Filippo cli Savoia, Conte di Brc<;o;c,denominato il •s•·nza terra•. in quel momento governatore della Provincia. L'arresto destò molto rumore in I ta– la e parecchie personalità intervenne– ro presso il Re di Francia perchè Pi– co rosse rilasciato. Avevano già avu– Lo soddisfazione da questo Re che ben conosceva il Pico, quando arrivarono a Parigi due nunzi del Papa (che già si erano interessati a Lione dell'arre- sto) che a loro volta intervennero in nome del Papa perchè l'arresto fosse mantenuto. E siccome fra cani grossi - come si sa - sovente non ci si morde, fu così che, condotto a Pari– gi, Pico fu rinchiuso nella fortezza di Vincennes, dove rimase per circa un mese. Naturalmente fu traltato con tutti i riguardi dovuti al suo nome ed alla sua casata. Riceveva le visite delle più alte personalità francesi ed italiane, mentre da una parte e dall'altra si in– terveniva a Roma in suo favore. Uno dei più intraprendenti fu Lorenzo il Magnifico, che si fece garante della sua persona e della sua attività pres– so il Papa, il quale accondiscese, infi– ne, a farlo liberare sono condizione. Fu così che, verso la fine di marzo, Pico fu rimesso in libertà cd arrivò a Firenze verso il principio di giugno, stabilendosi a Fiesole, poichè non gli ru permesso di abitare a Firenze. Fatto curioso degno di nota: l'Uni– versità di Parigi si dimostrò in que– sto caso meno reazionaria della Curia Romana. Infatti, mentre il Papa avreb– be desiderato che i teologi dell'Univer– sità condannassero in pieno le Conclu– sioni, quesi si limitarono ad interdi– re la vendita dc «L'Apologia». Come si può immaginare, al suo ar– rivo a Firen ..e Pico ru accolto da Lo– renzo e dai suoi vC',.;chiamici fioren– tini, con tutta la vecchia affezione che li legava. TI Magnifico mi'ìe a sua di– sposizione una sua villa vicino a Fie– sole. e ru là che prese dimora. Ma qual'era ora lo i,lato d'animo di quest'uomo che, ritenendosi buon cri– stiano, si vedeva bistrattato da quan– ti si ritenevano i campioni, i deposi– tari e i difensori della Cristianità? che vedeva le sue Conclusioni (di cui sa- 715

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