Volontà - anno XVI- n.12 - dicembre 1963

vano di ricercare la . xe.ri, tà~,~çfl.J,~l/-tto quanto era stato a{ferm?tO qyp a, quel tempo dai doui caldei, ai;"ibi,i,~brei, e– giziani e latini. Comunque, in queste tesi Pico dava la dimostrnzione delle sue ~aslC cono– scenze in tutli i campi. Era allora am– bizione degli uomini di valore e di studio dimostrare che erano riusciti ad abbracciare tutto l'insieme del sa– pere umano. Dante, Lcon Battista Al– berti e Leonardo da Vinci, fra gli al– tri, avevano fatto questo tentativo. Per rendersi conto dell'importanza di que– sto fatto, non si deve dimenticare, co– me ben ricorda Gautier-Vignal, che « allora la scienza non era fatta com'è falla oggi di nozioni recentemente sco– perte e continuamente rinnovabili; che non era tesa verso l'avvenire, ma che era essenzialmente retropettìva e che esigeva prima di tutto una perfetta co– noscenza delle dourine filosofiche del– l'antichità e del medio evo». Pico aveva diviso qu:ste novecento Tesi in due gruppi: il primo, che ne conteneva quattrocento, era tratto da filosofi e dai teologi celebri; il secon– do di cinquecento, esprimeva la dot– trina di Pico. In testa e questo secon– do gruppo, poichè temeva che alcune avrebbero potuto sollevare qualche o– biezione, aveva preso cura di scrive– re: « In tutte queste Conclusioni non avanzo e non affermo niente come pro– babile se così non deciderà la Sacro– santa Chiesa Romana e il suo Augu– sto Pontefice Innocenzo VITI. al giu– dizio del qualP chiunque non si si sot– tomette ha perduto il senno ,._ Come si vede, spinto dalla fede o dalla paura, Pico sapeva prendere le sue precauzioni. Ciò non evitò le ge– losie di alcuni eruditi e ancor più di certi ignoranti. i quali non potevano ammettere che un uomo della sua età osasse permettersi di far sfoggio d'un sa.pe; -e così vasto e così enciclopedico. Fu accusato di vanità, d'empietà e an– che di eresia; e jJ Papa che, in un pri– mo momento, aveva autori,zzato la pubblica discussione, messo al corren– te delle inquietitudini ch~:~ir:colavano nell'ambiente teologico, in scgu~to la proibì. Ma gli intrighi continuarono perchè, malgrado l'interdizione della pubblica discussione, le Tesi, che già alcuni tac– ciavano di eretiche, circolavano libe– ramente; e allora il Papa, in un « bre– ve» del 20 febbraio 1487, biasimando la loro oscurità e sospettandole di es– sere contrarie alla religione e alla fe– de, ordinò una Commissione d'it1chie– sta. li 2 marzo 1487 cominciò il processo delle Conclusioni a mezzo della Com– missione nominata dal Papa, che qual– che volta presenziò di persona. Pico, invitato, si presentò alla prima sedu– ta nella quale ne furono condannate tre; poi preferì non presentarsi più e giustificare per iscritto le altre dicci condannate in seguito (giustificazione che non fu trovata soddisfacente dal– la Commissione stessa). La sorpresa che destò questa con– danna fu che delle novecento Tesi, le più svariate che Pico aveva posto, so– lo tredici furono condannate severa– mente e furono proprio quelle in cui era messa in causa la dottrina della Chiesa. Troppo lungo sarebbe qui parlare di ognuna di queste conclusioni condan– nate. Basti dire che, fra l'altro, Pico sosteneva che « Cristo non scese vera– cemente nell'Inferno, con la reale per- 713

RkJQdWJsaXNoZXIy