Volontà - anno XVI- n.12 - dicembre 1963

IL PIANOD'AZIONE PACIFISTA Fra i suggerimenti, le proposte, i programmi per l'attività del movimento pacifista e non-violento in generale, per l'Internazionale dei Resistenti alla Guer– ra in particolare - emersi nel corso della conferenza e riassunti l'ultimo gior– no - val la pena di ricordare i seguenti: 1) Massima possibile simultaneità e internazionalizzazione delle azioni; pre– parazione e informazione internazionale; scambio di volontari, in Europa, soprattutto fra Inghilterra, Francia e Germania; 2) Penetrazione nell'Europa orientale, tenendo conto che i paesi meno im– preparati ad accogliere il verbo non-violento sono probabilmente la Po– lonia, l'Ungheria e l'Unione Sovietica; studiare come meglio possa presen– tarsi il pacifismo - sul piano teorico marxista e sul piano della pratica attuale - ai quadri dei partiti, dei sindacati, delle diverse associazioni economiche, culturali, sportive, ecc., dei paesi socialisti; 3) Non (ar nulla che contribuisca a isolare ulteriormente la Cina, che favo– risca la ripetizione dell'errore compiuto nei confronti dell'URSS dal capi– talismo degli anni venti e trenta; insistere per l'ammissione della Cina alle Nazioni Unite; attuare e promuovere contatti diretti sia con la gente che con le autorità cinesi; valersi dellé maggiori relazioni economiche e commerciali in via di attuazione fra Cina e mondo occidentale, per com– prenderne meglio la realtà e i fini. Nonostante l'imperversare di una pro• paganda grossolanamente falsificatrice - che oggi sputa sulla Cina con le stesse parole che ieri impiegava contro l'URSS, nel cui sistema scopre va– lori morali e cristiani, che ieri negava a perdifiato (22) - è ancora chiaro che il governo di Pechino non teorizza la necessità di una terza guerra mondiale, nè con nè senza le armi nucleari; che la coesistenza pacifica, inventata a Bandung nel 1955, dai cinesi, non dai russi continua ad essere un perno della loro politica (23); che la specie di coesistenza oggi soste– nuta dalla Cina, ammette il verificarsi di colpi di mano, rivoluzioni, con- (22) Come non ricordare a questo proposito l'improwiso mutamento della stampa fascista il siorno successivo all'accordo Ribbentrop-Molotov? Quando i giovani italiani. per diciassette anni massicciamente educati alla dcm;gra7ione dell'URSS, sc?prirono <,hc anche: là si viveva, che il re– gime a\'eva fatto qualcosa per il popolo, che l'URSS poteva vendere all'Asse enormi quamità di be– ni che il giorno prima era incapace di produrre, ecc. (23) Sulla coesistenza - pacifica o non tropi)<>,a du~ o tre grandi poten~. sino a quando cd en, tro quali limiti, su modi o possibilità di tramutarla in co1wi1•enza e in cooperazione. indiretta o di• retta e attiva - si è discuS$0 molto; e qui le posizioni estreme, ma simili, sono risultate proprio quelle dell'India e dcila Cina. I <lue indi:mi prc;;cnti intendevano la coesistenza soltanto come un accordo tJrol'visorio della verità con la non-1·crità, un modo per passare al più presto a una coopcra1.ione attiva, a una società nuova, nazionale e ìntcrna:i:ionalc fondata sulla pratica della non-violen1.a; J>Cr i•• Cina la coesistenza è un tacito accordo della giustizia con l'ingiustizia, dello sfruttamento con lo srruttatore; un meno Politico per guadagnare tempo e spazio: sin quando si giungerà in tutto il mondo alla societ.'.I comunista, in cui lo stato di pac~ s:irà una delle ta:ite n.'.lturali conscguem:e, come la liher1à e il bent:!.scrc. 69A

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