Volontà - anno XVI - n.11 - novembre 1963
no state tramandate. Non credo che che sia nemmeno da prendere seria– mente in considerazione il presagio del destino: si racconta che, mentre sua madre slava partorendo, una sfe– ra luminosa improvvisamnete apparì nella camera e scomparì dopo essere restata in aria un breve momento. Ora, secondo gli ... intenditori, lo splendore della meteora sarebbe stato l'annuncio del genio e della gloria del nascituro mentre la breve comparsa della sfera avrebbe indicato che la vita di Pico sarebbe stata di corta durata... Non dimentichiamo che stiamo parlando di cose di cinquecent'anni fa e che certe storie più o meno facevano parte del quadro dell'epoca. Tuttavia non possiamo fare a meno di pensare che quest'uomo, che visse soltanto solo 32 anni, per le amicizie che ebbe, per le Università nelle quali studiò, per le opere che lasciò, per le somme enormi che spese nella ricerca di libri rari (si calcolò, alla sua mor– te, che la sua biblioteca avesse un va– lore che si approssimava a 7000 scudi d'oro), e sopraltutto per le sue famose 900 tesi, che abbracciavano lutto l'in– sieme delle conoscenze dell'epoca e che voleva discutere pubblicamente a Roma in una «disputa» (2) che la Chiesa però proibì, dev'essere stato (2) A quell'epoca che la stampa era solo sul nascere, era abituale che un uomo do110 propo– nesse una disputa pubblica su uno o più sog– getti da lui stabiliti. Queste dispute già in uso nell'antichità, introdotte in Grecia dai Sofisti, erano continuale nell'Europa del Medio Evo cd erano ancora in uso. Sovente avevano luogo nel• le sedi delle Uunivcrsità e non è improbabile che al Pico sia sorta l'idea di questa disputa, duraptc il suo soggiomo all'Università di Parigi, Diversi piUori hanno illustrato queste dispute, di cui la più celebre è la • Disputa del Sacra– mento• i:he Raffaello affrcsc:.ò in Vaticano. 640 certamente uomo di grande studio, di grande sapere e indubbiamente d'inge– gno precoce. E' possibile che, favorito dalla natura in tutti i sensi (nella va– sta intelligenza, nella volontà, nella fa– cilità d'imparare alla svelta le cose più difficili, nel dono di una facile eloquen– za, nella bellezza fisica, e anche nella fortuna dell'indipendenza economica), che, ricercato e adulato nel cerchio di quegli intellettuali che anche allora, sia pur guardinghi per le cocolle del– l'Inquisizione imperante, gettavano sprazzi di luce sull'oscurantismo che li attorniava, abbia sentito in sè lo sti– molo di quel giusto orgoglio di chi ha la coscienza di sapere, commiserando e disprezzando coloro che avevano la pretesa di metterlo a tacere, sol per– chè avevano una mitra o una corona imperiale sulla zucca, sovente vuota. Si fece veramente vanto della divi– sa « de omni re scibili», passata alla storia, e su cui fu tanto discusso? C'è chi l'afferma e c'è chi lo nega. Non credo che, in fondo, sia stato gran ma– le se, spinto dall'ardore della sua gi~ vinezza e dalla coscienza del suo sa– pere, si sia lasciato trasportare a far– sene vanto e sono però convinto che se giunse a tanto, ciò fece certamen– te più a titolo di avvertenza verso gli ignoranti che legiferavano, che per va– nesia pretensione. All'insegna del « de omni re scibili ,> pare che mancasse u– no spirito mordace se è vero che vi fu aggiunto « et quibusdam aliis ». (Sem– bra che questa aggiunta fosse dovuta al grande Voltaire, al quale gli adora– tori di Pico non hanno mai perdonato nè questa supposta aggiunta, nè altri giudizi che si permise di esprimere su quest'uomo, e di cui parleremo più a– vanti).
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