Volontà - anno XVI - n.10 - ottobre 1963
privata; nel senso di animalità, è istinto di conservazione e di procreazione; nell'accezione di umanità è autonomia, ovvero libertà dal nostro fondo infe riore e capacità d'iniziativa etica e solidarietà sociale e morale con il nostro prossimo. Quindi l'io, nel suo sviluppo e nella sua formazione, è il fattore fondamer.– tale dell'educazione, è la forma ordinatrice della materia data dall'ambiente. Ecco perchè l'io può accettare o respingere, accogliere o rifiutare gli stimoli che gli vengono dall'esterno, può disporre di sè stesso ed essere l'unità di misura di tutto quello che avviene nella sua intimità e fuori nell'ambiente esteriore, può disporre di sè come pensiero e come azione e può, nella sua capacità di autodominio, adeguarsi al mondo circostante o respingerlo, può volere o essere indifferente, ha il potere d'iniziativa e di inibizione, può com• piere o non compiere il suo dovere; insomma il fattore io, non quello «dato• ereditario, ma quello che crea sè stesso e che si esprime come consapevolezza e autonomia, è veramente il fattore base dell'educazione, perchè è il fattore attivo e dinamico che vaglia e sceglie le finalità che lo portano all'affermazione di sè stesso nel mondo e unifica e domina e dirige le sue energie verso quegli ideali obiettivf, propri della sua natura. Pertanto è impossibile l'educazione senza il « rispetto » dei fattori soggettivi in ogni loro possibile manifestazione, senza cioè adeguarsi alla natura propria dell'io, della sua personalità, della sua attività, della sua unità e integralità, Ma i soli fattori soggettivi, anche se restano i principali, non sono sufficienti senza il concorso dei fattori oggettivi; ovvero il seme-io non può germogliare indipendentemente dal terreno e dall'agricoltore che lo coltiva: l'io ha bisogno dell'ambiente non soltanto fisico e naturale, ma anche sociale e cosciente. Che l'ambiente inteso quale natura, ossia quale complesso di cose e di fenomeni, abbia la sua importanza nel processo de1l'educazione è alquanto facile da con– statarlo: infatti chi può negare l'influenza del clima (pioggia, aria, luce, calore) sull'uomo? E non è forse vero che gli abitanti delle zone del nord sono diversi da quelli delle zone del sud? E non c'è differenza tra un essere delle regioni fredde e nebulose del circolo polare artico e un uomo delle regioni torride e infuocate dell'equatore? Ma l'ambiente non è solo la natura circostante, è anche la società con i suoi ideali e le sue strutture, L'uomo-fanciullo nasce, cresce e si sviluppa nella società, la quale si specifica nella famiglia, nella scuola, nella chiesa, nello Sta• to. La famiglia, oggi come oggi, raramente è oc educatrice» in quanto raramente è fondata sull'amore; anzi, il più delle volte, lascia la formazione della sua prole alla scuola, alla chiesa e allo stato; ha una visione grettamente utilitaria del– l'educazione, guarda i figli non come esseri che hanno una dignità ed un'auto• finalità, ma come dei semplici strumenti o cose che acquistano il loro valore solo mediante la conquista di un posto nella società; i figli sono visti non come delle personalità in formazione e quindi che hanno il diritto ad essere educate all'autonomia e secondo i loro interessi e la loro vocazione, ma degli automi da ammaestrare alla conquista della considerazione e della fama fasuea di una società bacata e corrotta. Quello che conta per la maggior parte delle fa. 595
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