Volontà - anno XVI - n.10 - ottobre 1963
Gemelli osserva che nel P.P.J. la pre– parazione culluralc e politica è in aenere assai insufficiente. Nel 1921 il P.P.I. viene accusato di es• sere troppo a sinistra, una specie di bol– scevismo nero. Si parla in Vita e Pensie– ro, a tale proposito, di mimetismo wcia– lista, men1rc il P.P.1. deve es.sere il parti- 10 di tulle le classi. (Dicembre 1922 p, 717) fn una noia redazionale firmata "NOI", si leage a proposito del colpo di Stat6 rascista: • Ci sembra che non sia il momento di fare gli sdegnosi e di ricusare la no– stra opera al fine superiore e comune, anche nella speranza di ricondurre in tal modo il fascismo a una concezione più chiara e più serena di certi faltori iri– sopprimibili e di convincerlo ad abban• donare certi sistemi elle ripugnano ad ogni coscienza veramente civile. Di pace ha bisogno l'Italia, Ma la pace A solo per gli uomitti di buona volontd, non per gli assenti alta vita e alla azione. La rico– struzione d'Italia A possibile. Cooperia- moci•. L'unico attacco al fascismo rinvenibi– le in tu11a la collezione cli • Vita e Pen– siero• ~ dovuto alla penna di Pio Bon– dioli (• Agosto /914, p. 453), dopo l'assas– sinio Matteotti. • Il diltalore, forse leg• gcndo Machiavelli per la tesi di laurea di Bologna, ritrovò presto la formula pater· nalistica del tiranno cinquecentesco, fe– roce nel volto e largo nel gesto, sportivo 11ellaazione e bonario col popolo vialiac– camente silenzioso di fronte ai delitti del principe e rumoroso applauditore delle parate e delle sagr'c, ma certi comandan– ti in sott'ordine preferirono la più pra,. tica e piti spiccia brutatitd dei condottie– ri di ve111ma; si divisero l'flalia quasi 584 fosse paese di conquista, taglieagiarono, distrussero, accopparono impunemente e sfacciatametrte, se ne vantarono in nome dei diritti della rivoluzione, si circonda– rono di cortigiane come ai tempi in cui gli stranieri chiamavan l'Italia per dispre– gio "terra di donne"; raccolsero bande di bravi, e awomobili e milioni per man– tenere le une e gli altri, e se stessi. La paura, la viltd, la menzogna e il silenzio generali e della stampa facevano da pa– ravento al baccanale sanguinario; i veti• ditori di fumo intanto teorizzavano sullo Stato etico, e sull'Impero. L'assassinio di Matteotti buttò all'aria il paravento com• piacente•. (LugUo 1931 (p. 435) Fanfani (4) attacca il socialismo mili• gato di certi cattolici. • La dottrina tradizionale della Chie• sa anche in fatto di ricchezze non è frtlt· lo di breve studio. ma di lunga medita– tione di Ponte /i.ci, di Santi e di dottori sulle verità della rivelazione e della filo– so/i.a. Che la cri.si sociale ci commuova è bene, che ci sproni ad opere A meglio, non lodevole è che ne traiamo occasione per sofisticare sopra diagnosi arbitraria– mente generaliuate o per sostituire alla leggera a soluziotti da lungo tempo poh– dcrate perniciosi errori basati su di un equivoco•· Nel num. di Dicembre 1933 (p. 743); p. Gemelli scrive che i tre più a:randi avvenimenti nel campo sociale sono sta• ti: la promulgazione della Rerum Nova- (4) Il Fanfani che troviamo conruso asser– tore della Chiesa social.fascis111 è quell'Amin– tore Fanfani che la D.C. per molti anni, In questo dopo11uerra, eleggerà a suo leader.
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