Volontà - anno XVI - n.10 - ottobre 1963
sura infinitamente più vasta di quanto non possano immaginare gli stessi pessimisti più foschi ... Consultando le statistiche della mortalità, si constata che la durata media della vita delle persone ricche supera i sessant'anni, mentre le persone sottoposte ad wt lavoro sono invece condannate preven– tivamente a soccombere, secondo i paesi d'Europa, fra i venti ed i quaranta anni ... La mortalità annua dell'Europa essendo di circa dodici milioni di uomini, si ,?UÒ affermare che sei milioni di essì sono stati uccisi dalle con– dizioni sociali che regll(mo nel nostro ambiente barbaro•. Ed alludendo alla terra ed ai suoi prodotti, più avanti Reclus afferma: « L'ideale del "pane per tutti" non è un'utopia ... La terra è abbastanza ricca per farci vivere nell't1giatezza... La terra con i suoi prodotti basterebbe non soltanto al consumo di quami attualmente l'abitano, ma basterebbe an– che se il loro numero diventasse il doppio ». Riferendosi all'arte • crudele della ripartizione (dei prodotti) abbandonata al capriccio individuale», l'autore conclude con queste parole: « Nella grande famiglia dell'umanità la fame non è soltanto il risultato di un delitto collettivo, ma è anche un'assurdità giacchè i prodotti superano due volte le esigenze del consumo». Non dimentichiamo però che il Reclus affermava quanto sopra verso il 1890. Kropotkin, nel suo libro Il Mutuo Appoggio (edizione in francese del 1910) attacca pure l'argomento «aritmetico» di Malthus e, prendendo come esempio un certo numero di villaggi russi, così scrive: • La verità è che da un'annata all'alrra fa popolazione di questi villaggi è rimasta stazionaria per la semplice ragione che un terzo dei neonati mo– rivano prima di avere raggiunto i sei mesi; la metà durante i primi quattro anni, e, su cento bambini, 17 o 18 soltanto giungevano ai vent'anni. i nuovi venuti se ne andavano prima di aver raggiunto l'età in cui avrebbero poruto diventare dei concorrenti». Queste brevi citazioni provano che i nostri due grandi maestri credevano che il fattore della selezione naturale bastasse, da solo, ad imbrigliare ed a moderare l'incremento demografico e non prevedevano che le scoperte della scienza chimica e medica ed i metodi eugenisti attuali avrebbero ridotto la mortalità infantile al minimo ed avrebbero prolungato la durata della vita - anche quella delle classi povere - oltre i sessant'anni (almeno, nelle nazioni cosiddette civili e non sottoalimentate), permettendo così una « procreazione continuata», numericamente molto superiore a quella di sessanta o settant'an– ni addjetro. Dal 1890-1900,epoca nella quale scrivevano Reclus e Kropotkin, la popola• zione mondiale è raddoppiata e, se i ventri non si metteranno in isciopero, tra quarant'anni sarà di nuovo raddoppiata e si prevede che raggiungerà la cifra di sei miliardi di esseri e la proporzione di coloro che avranno fame sarà sempre la stessa, se non addirittura superiore a quella attuale. 579
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