Volontà - anno XVI - n.10 - ottobre 1963
rinfusa e ìn disordine. (Un'ombra in• tanto è passata velocemente in un'al– tra camera). Ha aperto la porta e ci troviamo in una stanza stretta. La pa– rette di fondo sostiene una valanga di libri, di opuscoli, di collezioni di gior– nali, fino al soffitto: un dep0sito pol– veroso, una biblioteca che attende gli scaffali ed il catalogo. Libri e pacchet– ti sopra un vecchio armadio colmo. Volumi massicci negli angoli; monta– gne di riviste sopra una specie di ar– chivio che già trabocca. Max Nettlau mi invita a sedere, in– dicandomi il suo !etio di ferro, disfat– to e mezzo coperto di carte. L'anziano (posso chiamare così questo lavorato– re del pensiero che scrive, all'età di 66 anni, monografie nutrite, studi so– ciologici e storici?) si siede sull'unica sedia, rolla ma diligentemente aggiu• stata con delle corde, vicino al picco– lo tavolo che offre uno spazio appena sufficiente per il foglio sul quale si deve scrivere. Sfoglio un manoscriuo: La Storia dell'Internazionale dal 1864. Uno specchio macchiato dalla ruggine, contiene nella sua cornice delle lette– re che aspettano una risposta; i bolli della posta indicano che sono giunte dall'America, dall'Inghillerra, dalla Spagna, dall'Olanda ... Sopra un cas~ ne ribaltato altri libri che si sono stac– cati dal grande mucchio posto vicino alla parete. In un angolo del cassone, una caffettiera, qualche retta di pane nero, una scodella con patate cotte ma non sbucciate ... Avrei potuto toc– care tutte queste cose, facendo girare le mie braccia. Nettlau è disposto ad ascoltarmi; è rivolto con le spalle alla finestra ed il 570 suo profilo si staglia nella luce verdo– gnola, ammuffita, filtrata attraverso un cortile profondo come un pozzo. - Che fa il compagno Panait Mu– soiu? La conversazione ha così preso lo avvio. - Quando entrai in questa casa, eb– bi l'impressione di trovarmi nell'abi– tazione di Musoiu, che è simile a que– sta; solo che si va in una casetta im– biancata di calce, seminterrata in un cortile pantanoso, vicino al quartiere bucarestense dell'Obor. Opuscoli anche là, come una doppia muraglia, dal suo– lo al tetto: è il deposito della Biblio– teca dell'Idea che egli diffonde e pro– paganda da circa quarant'anni. Tradu– zioni di Kropotkin, di Faure, di Most, di Lafargue, di Malatesta, di Courde– roy, di Stirner ... Una parte delle opere anarchiche rappresentative. Poi Le mie prigioni di Silvio Pellico, le memorie di Giuda Iscariota ... Filosofia radicale e concezioni positiviste: M. Deshum– bert (La Morale della Natura), Antio– co Zucca (Il ruolo dell'uomo nell'Uni– verso), Han Ryner, Sagnol, Willìam Morris. Pagine di CarJyle, di Richet, di Part-Javal. Studi sull'educazione ses-. suale, pamphelets antireligiosi. Estrat– ti anche di Platone, di Seneca, di Ari– stofane e di Plutarco ritenuti attuali ... Quasi un centianio di manoscritti che aspettano di essere stampati. Musoiu sa stampare i suoi opuscoli a carat– teri piccolissimi e vi dà un intero li– bro in quarantotto pagine. Ha buo– ni distributori ed abbonati fedeli. Vive come un eremita, però libero. Ri– ceve le camicie da un conoscente di New York, i pantaloni da uno dell'I– talia ed il •pastrano non si sa da dove. Si ferma in casa di una famiglia per due giorni, poi sparisce per uno-due
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