Volontà - anno XVI - n.10 - ottobre 1963

djzione di sviluppo del movimento anarchico nei diversi paesi, è indispensabile conoscere l'ambiente, che è il terreno più o meno favorevole o resistente sul quale tale movimento si deve svolgere e dal quale esso attinge la sua linfa più o meno vitale. Bisogna conoscere gli uomini che col loro pensiero e con la loro azione hanno contribuito al suo formarsi ed al suo svilupparsi. Parlando dei paesi del nord intendevo accennare sopratutto alla Svezia, pen– savo al movimento anarco-sindacalista (- che è un derivato di quello anar– chico-), che si è andato formando laggiù da diversi anni ed alle sue partico– lari caratteristiche che lo differenziano dagli altri movimenti di eguale defini• zione. Ora, anche solo per comprendere questo movimento nella sua esatta misura ed importanza, è indispensabile conoscere in modo particolare la si• tuazione del paese che, in verità, è profondamente diversa da quella della mag· gioranza dei paesi europei. In poche parole, e pel· non ripetermi, la situazione economico-sociale della Svezia può essere sintetizzata nel seguente modo: il paese ha raggiunto un li· vello di sicurezza sociale, garantitagli da diverse istituzioni d'assicurazioni so– ciali che hanno creato - come dirà uno degli uomini più rappresentativi del– l'anarco-sindacalismo, E. Arvidsson - uno stato di benessere « diventato una nuova realtà » realtà che « la popolazione è cosciente di aver realizzato creando una situazione particolare, perchè la sicurezza, Impartita daHa nascita alla vecchiaia ha fatto sì che gli uomini cessino di ascoltare i profeti della rivolu– zione che implicano l'idea della lotta sulle barricate e quella d'ella distruzione totale e sistema sociale esistente». (I). E, a situazione nuova, anche il movimento anarco-sindacalista, espressione più ardita del movimento operaio per il rinnovamento sociale, ha adottato me– todi, se non proprio nuovi, diversi da quelli adouati dai movimenti similari. Questo mutamento di tattica non è avvenuto senza sollevare aspre critiche e profonde discussioni, tanto che, forse anche per difendersi sopratutto da chi li critica in campo internazionale, gli esponenti dell'anarco-sindacalismo sve– dese sostengono « il d.Jrltto di determinare la propria tatlica in funrlone delle esperienze e dei bisogni del paese dove si manifesta». In un libretto sul « Sindacalismo Libertario» dello stesso Arvidsson (2) è precisato: « Dobbiamo sottolineare una cosa importante: la S.A.C. - Sveriges Arbetares Contralorganisatlon, l'organismo sindacale degli anarchici sindaca– listi - ha fatto le sue esperienze ed ha tratto le sue conclusioni, ma crediamo che la sua posi7Jone non ha valore che in sè stessa o per delle situazioni so– ciali ugualJ a que11e della Sverla. Se la S.A.C. abbandona la propaganda insur– rezionale e non vuole condurre una agitazione avendo per scopo la dJstruzione di tutte le altre forze sociali, essa scelse questo suo modo d1 agire perchè è (l) Prefazione di Helmut RUdiger al libro« Le Syndacalisrne Libertaire et le Welfare stai.!" di E. Arvidsson, pag 4. (2) • Le Sytidacalisme Libertaire et te Welfare state: L'experience suedoise • di Even Arvidsson - Parigi ed. l'Union des Syndicalistes, pag. 45. 552

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