Volontà - anno XVI - n.8-9 - agosto-settembre 1963

impegno verso l'idea, non si sacrifichereb- tà ha bisog110 della sua collaborazio11e, bero davvero per rispecchiarsi in una {lr- per la quale ha anche preso «formale» ma di una rivista che, per quanto affer- impeg110. mata, letta e stimata, 11011dà loro un ctmtesimo, mentre potrebbero specchiarsi nella stessa loro firma in altre riviste, più lette ed anche comunemente stima• le, con maggiore vantaggio~ due piccioni con ima fava! E sappia Bonazzi che quello che chia– ma « fumo fraseologico" e che altri - quelli che ci vedono bene e clie sono poi quasi tutti quelli che sostengono la vita della rivista - leggono volentieri, è frullo di sacri-(ici e di studi, di ore ruba– te, se non al sonno, al giusto e sano di– verlimento da parte di compagni che 1entano di chiarire i problemi di tutti e di illuminare, 11erquanto è loro possibile, quanti cercano o vogliono essere illumi- 11a11. E) Grazie della proposta, che però mal si attaglia " Volontà. Disponiamo di poco spazio ver la diffusione delle nostre idee e sarebbe un vero furto se lo impiegas– simo nella riesumazione di un qualsiasi romanzo di Sue! Il Dizionario? E chi lo compila? Citi possiede tanta preparazio– ne ed energia? Bonazzi? Lo porti a ter– mine dalla A alla Z: c'è possibilità, se ne varrà la pena, di farlo pubblicare. Ci impegniamo per trovargli 1m editore ... la Religione come arte Sul numero 5 di Volontà (pag. 314- 316) pubblicammo un «pezzo» d; Romano Morgantini dal titolo «Dio esiste», inqua– drandolo sotto quella che ci apparve la più precisa .. cornice di «Inquietudine e... poesia» Gianni Furlotti vuole ora dire la... sua rnll'argomento e non possiamo «impedir– glielo» anche perchè così abbiamo modo dt ricordargli pubblicamente che Volon- 530 Le generazioni dei giovani hanno in• quietudini antiche. Leggo quella scritta da R. Morgantini e lo rivedo ancora prigioniero di un dramma, tra un reticolo di paroh:: che soltanto lui sa sen. r.ibilizzare· per una certa ed aperta vena poetica. Non che ci facci::i senso leggere di un dio con la Ieuera maiuscola, ma sembra proprio che ~l'apodìttismo» di certe ve– rilà-trappole sia appunto fatto <li troppe maiuscole. [I colloquio anarchico presume l'incon. tro delle diverse verità umane; un collo- quio massimo nella massima libertà pos- sibile. Sono cose vecchie che contengono esse medesime te loro inquietudini e per. ciò stesse verità di confronto. Noj abbiamo anche una presun1.ione; che la Verità è valida soltanto quando libera. Una Verità che quando fosse sta- bilita potrebbe essere «apodittica» e non cambierebbe nulla alla sostanza. Per Morgantini c'è una verità poetica; una verità tutta sua. esclusivo. per le re. condite inquietudini che la sostanziano Non riesco a vedere l'universalità della sua vcri1à; riesco solo a comprendere la tolleranza e l'ascolto. Riesco anche ad immaginare che un frammento della sua verità possa aiutare la mia a migliorar– si. In perfcua umiltà d'attesa. Da qui alla presunta esistenz:i. d'un Dio v:tdamente qualificabile ci corre la suc– cessione predisposta d'un determinato ra gionnm.:nto. A sentir bene le parole de gli uomini di potere si scopre c:1c hanno

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