Volontà - anno XVI - n.8-9 - agosto-settembre 1963
11011 ricorda L'Università Popolare di Mo– linari, specie da parre di voi anziani?? Ep. pure, q11m1do ne scorriamo le annate, çj trowmo saggi e scrirti di -{iloso(la,di arre, di cultura, di sociologia, di chimica, etc. La caratteristica? Chio.rezza di lingu.ag , gio, chiarezza di pensiero. Il contenuto? Quello che era: filosofia, scienza, sociolo– gia, filologia elc. Si poteva muovere qual– che appunto al redattore di quella rivi– sta? Non se ne mossero, almeno da par– te di chi, volendo istruirsi, la leggeva e, leggendola, meditava, imparava, ricerca• va, chiedeva spiegazioni, allargava il cer– chio delle conoscenze, sceglieva, annotava, scriveva; tutti sanno come dalla genera– zione passata uscì uno stuolo di autodi– dalli che hanno costituito - ed ancora, in parte, costituiscono - il nerbo solido di scriltori socialisti. Evidentemente, è sufla chiarezza di lin– guaggio che si appuntano le critiche di Bonazzi e non sui contenuri, i quali, pa– lesemente, sono incomprensibili nella mi– sura in cui si è ignoranti relativamente agli argomenti trattati. Se sono ignoran– te di paleontologia, non potrò dire che uno scritto su quella materia è incom– prensibile senza falsare una verità che appare evidente. Ma dovrò essere io pa– drone dell'intero scibile umano per poter capire? No, davvero. Ognuno ha i propri interessi culturali e li cerca dove può. Q11anti leggono le terze pagine dei giorn~ li quotidiani borghesi? Eppure se ne ven– dono a milioni, perchè ciascuno trava nel quotidiano quanto interessa. Volonlà ha una fisionomia ben de'finita, la quale (se anche non è esente, a volte, da quella che Bonazzi chiama « fumosi– tà », ma che più appropriatamente chia– merei "preziosità» di linguaggio) non può essere un abbecedario popolare, nè un corso volgarizzato di sociologia: è quel- la che sa essere, nè più e nè meno, e vive perchè evidentemente c'è citi la trova con. fticeme, almeno parzialmente, ai propri interessi culturali. B) Volonlà non si apvartiene, e mai si è appartenuta, a redattori o direttori. E' un'affermazione molto azzardata, se si tie– ne presente çhe questa rivista apf)artiene al movimento anarchico, che il redatto're raccoglie le collaborazioni di quanti san– no tenere la penna in mano, che invita alla discussione ed al dibattito, che ri– sponde a tutti, che motiva le mancate pubblicazioni di scritti, che si espone ai vituperi dei «cestinali», che, etc etc. C) Si vorrebbe far passare come « cen– sura,. q11ella che è l'ovvia selezione de– gli scri11i inviatici. Se Bonazzi potesse, per un solo mese, fare il redattore della rivista, si accorgerebbe che, almeno per Volontà, 11011 esiste - od è irrilevante - il problema di selezionare la cotlaborazio. ne, la quale non è davvero abbondante. Quando qualche articolo non è stato pub– blicato, Si è scritto personalmente al col– laboratore, il quale, sempre, ha convenu– to con le ragioni addotte per la mancata pubblicazione. E' evidente che non ci ,i. feriamo a scritt; che potevano snaturare la fisionomia della rivista o perchè tratta– vano argomenti uscenti «fuor dal se– minato», o perchè contenevano astiose polemiche personali, prive di signi'ficato costruttivo, o, infine, perchè assolutamen– te mancanti di qualsiasi valore, letterario, sciemifico, etc. D) l'appunto co11tenuto al n. 4 è una ripetizione del n. 1 e 3, con l'aggiunta del riferimento mitologico al preteso narcisi– smo dei collaboratori. E' un modo di ve– dere quello del Bonazzi e, come tale, va rispellato anche se dobbiamo dire che è frutto di miopia ... I collaboratori di Volontà, se non sentissero veramente lo 529
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